Visualizza Versione Completa : il "mantra delle note lunghe"
cagliostro70
31st December 2011, 11:16
ho appurato una cosa interessante.
Anche quando la giornata è stata pessima, e sono nervoso, tirato contratto...
le note lunghe a 40 di velocità, ogni nota 8 battute, mi sertvono incredibilmnte a rimettermi al mondo.
Probabilmente perchè mi costringono gioco forza a respirare di diaframmf allargandolo al massimo e facendo dei gran respiri profondi, e questo è un po' alla base di ogni cura contro gli attcchi di panico mi pare di capire.
O sarà perchè da un punto di vista tecnico una scala cromatica da sib al fa# alto non richiede una particolarissima abilità tecnica, se non di intonazione, e quindi il cervello non è costretto a stare "serratissimo" e ci si può godere il risultato.
O sarà ancora perchè in questo modo viene fuori questo suono molto ricco di vibrazioni e lungo... che sembra risuonare anche nel resto del corpo.. ( e qui penso a certe tecniche di rilassamento/meditazione/preghiera di alcune discipline orientali)...
Fatto sta che a me funziona, e mi pareva una bella cosa da condividere con tutti voi.
un abbraccio a tutti e speriamo in un 2012.
Matt/iostro
docmax
31st December 2011, 11:34
Mica male, una bella "meditazione" a base di note lunghe.
Anche un bello sfogo suonare fitto fitto, a tutta!
Sarà che per me è sempre un bello sfogo suonare, ma insieme ad altri musicisti, creare insieme qualche "vibrazione superiore", legare con la musica le vite in quel momento... questo mi emoziona anche!
Vi auguro un buon 2012 in cui non si smarrisca mai la felicità nell'animo e la fiducia.
Tblow
31st December 2011, 11:42
:yeah!)
Sono d'accordo.
Un buon musichevole 2012 a tutti :saxxxx))) :alè!!)
gf104
31st December 2011, 12:00
eh sì le note lunghe aiutano e cerco di farle spesso...almeno quelle!
docmax@: l'altro giorno, per la prima volta in duo, ho suonato Summertime col neo laureato seethorne alla tastiera (dove si esprime alla grande!!!) e ti confermo che è stata una grande emozione-sensazione :D grazie Tris!
BuonAnno :smile:
Taras
31st December 2011, 12:09
..uso la musica e il sax come mia Medicina personale e reputo aver contratto una dipendenza..mi aiuta a convivere con il mio dolore..credo nel potere benefico delle vibrazioni e quindi condivido questo post..
re minore
31st December 2011, 12:15
Io le faccio spesso prima di andare a dormire la sera, di 4 misure con metronomo a 60bpm, partendo da una nota base a rotazione e salendo per quarte e con quattro dinamiche (ppp, p, f, fff)... ci passo circa un quarto d'ora.
phatenomore
31st December 2011, 14:03
Del resto è provato che l' "Hommm" buddista provoca risonanze della scatola cranica ed abbia un effetto ipnotico...
P.S. x D-
Le fai prima di dormire, a letto, mentre tua moglie legge? :lol:
re minore
31st December 2011, 14:15
Chiuso nella mia stanza mentre la moglie si chiede quanto manca all'ultima nota lunga!!! Dai su un quarto d'ora si sopporta!!!
cagliostro70
31st December 2011, 14:18
per la gioia del vicinato romano?? :-)
re minore
31st December 2011, 15:04
Fuori non mi sente nessuno, se sto con la finestra chiusa! :yeah!)
docmax
31st December 2011, 15:05
Chiuso nella mia stanza mentre la moglie si chiede quanto manca all'ultima nota lunga!!!
Mia moglie invece mi chiede se gentilmente posso continuare esercitarmi... nel bagno!
:lol:
marco66
31st December 2011, 18:42
Bella questa cosa delle note lunghe... sono riuscito a perdermi anche così, non smonto neanche il sax, se ne riparla nel 2012!
Buon anno a tutti!
seethorne
2nd January 2012, 12:04
eh sì le note lunghe aiutano e cerco di farle spesso...almeno quelle!
docmax@: l'altro giorno, per la prima volta in duo, ho suonato Summertime col neo laureato seethorne alla tastiera (dove si esprime alla grande!!!) e ti confermo che è stata una grande emozione-sensazione :D grazie Tris!
BuonAnno :smile:
Carissimo! E' stata una grandissima emozione anche per me, è stato il mio primo duo piano-sax e trovo che questi due strumenti abbiano un'alchimia magica (purtroppo io non li posso suonare contemporaneamente http://www.saxforum.it/forum/images/smilies/pianto.gif )... Grazie a te quindi per quest'esperienza che mi auguro si ripeterà :) E come al solito, sei sempre gentilissimo nei miei confronti!
Parlando di note lunghe...
sto studiandomi il mio personale arsenale di studi giornalieri. 5 minuti di studio col solo bocchino (o lo lancio dalla finestra - se qualcuno ha giusto bisogno di un bocchino gratis può aspettare fuori di casa mia per vedere se lo lancio :ghigno:), 15 minuti di armonici. Le note lunghe dovrei schiaffarcele qui giusto? note lunghe normali e note lunghe filate... in che range? da che nota a che nota ha senso farlo? poi scale di ogni genere, gli studi ecc ecc
cagliostro70
2nd January 2012, 12:08
io faccio tutta la scala cromatica dal sib basso ala fa# altissimo (castello), a 40 ogni nota 8/4, senza dinamica però, tutta pari
seethorne
2nd January 2012, 12:18
azz
francesco 62
2nd January 2012, 13:44
Quando ho tempo a sufficienza:15-20 minuti di frasi, brandelli di frasi o quello che mi viene in mente spostandolo in tutte le tonalità (al momento uso i Jazz Fragments del caro Amico paolo Mannelli),poi col sax caldo note lunghe a 80 di metronomo (cerco di fare 4 misure a nota), sicuramente è una bella sensazione quando si entra in sintonia con le vibrazioni del sax (baritono nel mio caso).
fcoltrane
2nd January 2012, 14:03
le note lunghe :half:
uno studio serio e costante produce ottimi risultati .
in verità dovrei proprio mettermi sotto e riacquistare un equilibrio perduto da tempo.
quoto il mantra delle note lunghe :bravo:
seethorne
2nd January 2012, 14:37
Quando ho tempo a sufficienza:15-20 minuti di frasi, brandelli di frasi o quello che mi viene in mente spostandolo in tutte le tonalità (al momento uso i Jazz Fragments del caro Amico paolo Mannelli),poi col sax caldo note lunghe a 80 di metronomo (cerco di fare 4 misure a nota), sicuramente è una bella sensazione quando si entra in sintonia con le vibrazioni del sax (baritono nel mio caso).
eh :slurp: il baritono :slurp: Voglio un baritono :muro((((
Sax O' Phone
2nd January 2012, 16:55
Non discuto l'utiltà delle note lunghe: io le faccio un po' all'inizio di ogni sessione di studio intonando lo strumento sulle tre altezze (SI, SIb, FA#, Sol. Re e Do traposti), ma giusto quelle e solo per intonarmi a concentrarmi sul suono.
Mi viene sempre a mente che quando andavo a lezione dal mio grande Maesto (vecchio BeBopper) il suo giovane cugino (altro eccellente saxofonista più Coltraniano) nella casa accanto attaccava con 'ste note lunghe che lo facevano disperare... :D
Insomma io credo che vadano sì praticate ma con moderazione! Se hai la giusta concentrazione ed attenzione al suono che produci ascoltandolo bene, mi pare più creativo ed utile oltre che divertente affrontare delle frasi: è come se per studiare una lingua ti soffermassi a recitare l'alfabeto senza mettere insieme le lettere a formare le parole per poi concatenarle insieme ad ottenere delle frasi con senso compiuto...
fcoltrane
2nd January 2012, 17:13
il problema è che se devi affrontare delle frasi spesso sei costretto a prestare attenzione ad altri aspetti
francesco 62
2nd January 2012, 22:05
Il suono lo costruisci con le note lunghe (certo, devi badare a ciò che fai, non basta soffiare come disperati e fare esercizio di resistenza).E' un lavoro a volte palloso ma da' i suoi risultati,di qualsiasi livello musicale si parli (anche il mio che è molto molto basso).
francesco 62
2nd January 2012, 22:10
Voglio un baritono
O fai una C.....a come nel mio caso, date le mie finanze,o provi con un accordo del tipo"anticipatemi i regali di Natale dei prossimi 15 anni "(anche questo rientra nel mio caso)
Sax O' Phone
3rd January 2012, 15:00
affrontare delle frasi spesso sei costretto a prestare attenzione ad altri aspetti
Bhe certo, nello stesso modo in cui fai per esprimerti in un linguaggio: la fonetizzazione non basta a raccontare una storia, sia pure quella che esalta una particolarità del linguaggio stesso (la filologia, la metrica e simili)...
Come dicevo, non pratico le note lunghe a sé stanti: all'inizio intono lo strumento emettendo note lunghe; neglli esercizi solitamente trovo una 4/4 coronata alla fine che mi consente d prolungarne il suono, ma questa arriva dopo vari apeggi e passaggi articolati p.e. sulla scala.
Non sto sostenendo che seguendo quello che pratico io possiate raggiungere i miei livelli tecno/musical/atropologici: per quelli dovrete spendere innumerevoli vite nella pratica del Dharma e negli esercizi respiratori del Prana Yama, stando per un millennio fissi sull'alluce esteso... ;)
juggler
3rd January 2012, 16:09
Qualunque tipo di esercizio va musicalizzato e non preso come esercizio di forza o di resistenza (che si tratti di suoni lunghi, articolazioni, scale, arpeggi ecc. non ha importanza).
Eseguire brani lenti o gli "adagi barocchi" (c'è l'imbarazzo della scelta per quantità di compositori e brani...)
è già di per sè un grande esercizio, musicale e di controllo psico-fisico.
L'ipno-catatonia che può dare l'ostinazione sui suoni lunghi, non la trovo particolarmente stimolante,
ma piu' legata ad una dipendenza psicologica derivata da certi percorsi didattici del tipo "se non fai così, non ottieni questo..."
senza considerare che ci sono altri percorsi possibili e per molti versi piu' piacevoli (che non significa meno faticosi...)
Ciò che, a mio avviso, viene deliberatamente omesso, non considerato, è la ricerca della propria tonica:
questa, sì, meriterebbe attenzione e focalizzazione...
Ciascuno di noi ha un nome, ciò costituisce il "mantra" a cui rispondiamo per simpatia da sempre quando lo sentiamo pronunciare...
allo stesso modo, abbiamo una tonica che ci caratterizza, il tono su cui timbriamo mentre parliamo o su cui cantiamo piu' agevolmente
ed è diverso per ciascuno di noi: trovate quel tono...e lì concentratevi!
La sua valenza è maggiore, rispetto ad un'astratta pratica di suoni lunghi:
la vs. tonica vi mette in contatto immediato con le "risonanze naturali" del vs. essere
e sapere "chi siete" vi mette in un'altra disposizione con ciò che è diverso da voi (altre frequenze, altri suoni...)
E' un processo di "intonazione percettiva" che nel tempo può portarvi ad un maggior livello di concentrazione
e ad un rapporto piu' aperto, stimolante e coinvolgente col mondo dei suoni.
Sax O' Phone
3rd January 2012, 16:52
Questa sì che è una dritta...! Grazie: ciò non toglie che trovare la propria tonica, nonostante l'esperienza accumulata di cui sopra (scherzavo!) non mi pare per nulla semplice, forse proprio a causa delle innumerevoli sovrapposizioni cultural/intellettuali, o per il semplice inquinamento acustico che ogni giorno subiamo. Tu come consiglieresti di procedere nella ricerca della propria nota fondamentale?
Ah sì, per rimanere nel topic, poi magari uno può praticare le note lunghe su questa se crede! :ghigno:
ginos77
3rd January 2012, 18:30
Io alle note lunghe ci aggiungo molto esercizio sugli armonici....Juggler quando scrivi mi si arrizzano le carni!!!
juggler
3rd January 2012, 18:39
Hai colto il punto: essere consapevoli dei ns. condizionamenti intellettual-culturali, significa non prendere per oro colato
tutto ciò che è stato fin ora elaborato (tuttavia, saperlo non fa male...),
perchè sarebbe solo un adeguamento comportamentale ad una prassi,
non una riflessione/atteggiamento consapevole.
Il parlato, l'emissione piu' naturale e senza sforzo con la respirazione piu' profonda e rilassata possibile
del vs. tono: è difficile comprendere questo?
Allora, cosa ascoltiamo di noi se ascoltiamo e non sappiamo riconoscere che suoni ordinariamente emettiamo
o ciò su cui normalmente timbriamo?
Riflettete: c'è un che di assurdo in ciò...
Quindi, la musica rimane una roba distaccata/diseccata dalla ns. essenza?
Una sorta di opzione intellettuale che gioca e riserva ai suoni un determinato comportamento, culturalmente orientato?
Secondo me, c'è qualcosa di piu'...
Il trovare la propria tonica favorisce l'orecchio interiore e migliora la percezione delle altezze e della qualità timbrica:
se so "chi sono", riconosco prima "chi è differente" da me e con altre qualità...
l'ascolto/produzione si fa piu' attenta, consapevole e naturale e non legata a contorsioni intellettuali-astratte,
culturalmente determinate, che rendono piu' "sordi e conformisti" che consapevoli e creativi...
Sax O' Phone
3rd January 2012, 21:06
Sissi, ma all'atto pratico? Che so, ti metti davanti un intonatore e dopo aver fatto un po' di rilassamento canti una vocale...?
Mi viene in mente quello che Rollins diceva in un'intervista sull'unicità del suono e fraseggio di un musicista: è come quando rispondi al telefono e bastano poche sillabe per riconoscere chi sta all'altro capo (ovviamente parlava del suo amico Coltrane).
Aggiungo: normalmente si ha una percezione errata del proprio parlare, sinché non si registra la propria voce, giusto? La posizione degli organi di ascolto e di quelli usati per la parola creano una sorta d'impossibilità oggettiva di ascoltarsi correttamente. Un po' come guardare il proprio volto allo specchio: ci si stupisce nel riconoscersi p.e. in un filmato... come fosse la prima volta che ci si vede.
il nero
3rd January 2012, 22:35
ciao
dico cosa faccio io e questo la dice già lunga sulla validità dei miei sistemi: Apro bocca e senza cercare di intonare niente,canto la vocale A nella maniera più semplice e meno faticosa e tutte le volte viene fuori la stessa nota...Fadiesis reale. Lo cerco nel sax e lo faccio e tutte le altre note vengono da sole,con la differenza che quelle sono cercate,mentre la prima no.La prima volta,tanti anni fa,provai una grossa delusione:mi aspettavo un La ed invece,eccoti servito un fadiesis e poco mi consola il fatto che Stradivari accordasse le sue tavole dal mi al fadiesis. E poi faccio l'errore di cui parlavate sopra,vado in catalessi da apnea con le note lunghe... mi sento costretto a farle dalla consapevolezza di essere "ingolato" anche quando parlo e questo continuo Growl mi fa imbestire.
il nero
Filippo Parisi
3rd January 2012, 23:29
Certo che neanche uno stuolo di psichiatri non riuscirebbe a capirci una mazza se ci leggesse :D
gf104
3rd January 2012, 23:33
coi termosifoni non servono strizzacervelli...bastano gli idraulici :lol:
coi saxes buoni tecnici
juggler
4th January 2012, 03:35
Sax'o: "Si,si, ma all'atto pratico? Che so, ti metti davanti un intonatore e dopo aver fatto un po' di rilassamento canti una vocale...?
Mi viene in mente quello che Rollins diceva in un'intervista sull'unicità del suono e fraseggio di un musicista: è come quando rispondi al telefono e bastano poche sillabe per riconoscere chi sta all'altro capo (ovviamente parlava del suo amico Coltrane).
Aggiungo: normalmente si ha una percezione errata del proprio parlare, sinché non si registra la propria voce, giusto? La posizione degli organi di ascolto e di quelli usati per la parola creano una sorta d'impossibilità oggettiva di ascoltarsi correttamente. Un po' come guardare il proprio volto allo specchio: ci si stupisce nel riconoscersi p.e. in un filmato... come fosse la prima volta che ci si vede".
Ma tu, ad esempio, ti rilassi perchè te lo imponi?
Uno medita o fa qualunque altra cosa perchè se lo impone?
(Lasciamo da parte, ora, contingenze o amenità quotidiane
dove imponiamo a noi stessi certi comportamenti, per tutta una serie di ragioni).
Per ciò che riguarda l'approccio con se stessi, l'ascoltarsi di cui parliamo, c'è bisogno dell'accordatore/intonatore?
Non riesci davvero a comprendere su quale tono normalmente timbri la tua voce?
Certo, anche nel parlare possiamo usare una notevole varietà di timbri...ma tutti abbiamo un tono dominante.
O dobbiamo ammettere che non sappiamo/possiamo ascoltare? E se siamo incapaci con noi stessi, figurarsi con gli altri...
La registrazione è una percezione errata, è una simulazione, come la ripresa filmica di cui parli...
Il punto è un'altro: quando determinati comportamenti vengono mutuati da convinzioni, che appaiono quasi come verità indiscutibili,
semplicemente perchè divulgati e protratti nel tempo, viviamo esperienze che esistono soprattutto nella ns. mente;
non c'è piu' l'osservazione che deriva dall'esperienza, ma l'esperienza discende dal dogma adottato o dalla convinzione accettata.
Questa diventa ancora piu' rafforzativa se diretta al raggiungimento di un modello già preconfezionato.
E nel pre-confezionamento, non c'è la creazione/scoperta del proprio sentire, ma adattamento conformista: e quando ti sei adattato,
ti sei "inscatolato"/deformato da solo.
Se vediamo un qualunque esercizio musicale, solo come l'orpello adatto per raggiungere un determinato risultato estetico,
e non come un'esperienza globale di crescita consapevole del proprio sentire, (che può dare anche un risultato estetico: se percepisci/produci nella pienezza del tuo essere, produrrai sicuramente qualcosa che avrà una sua autenticità riconoscibile...)
dobbiamo ammettere che abbiamo relegato la musica in un angolo veramente angusto, fors'anche inutile e frivolo...
Tblow
4th January 2012, 14:06
Juggler : se un giorno ti incontrerò come minimo ti stringerò la mano e ti pagherò da bere !
gf104
4th January 2012, 14:16
mi accodo a Tblow: juggler se vieni a Milano il convento passa pizza e birra...
juggler
5th January 2012, 22:36
Tblow, gf104:
la vs. cordiale e amichevole convivialità è da me ricambiata, se vi capita di venire a Roma...
Tblow
5th January 2012, 23:05
A breve per quanto mi riguarda non è in programma, ma non si sa . . . comunque "annuncio sempre valido" :D
phatenomore
6th January 2012, 00:18
Jug, ognuno ricerchi la propria "tonica" (?) un po' come gli pare e sbattendosene le palle di secoli di esperimenti e di studio dello strumento però poi non pretenda che la sua tonica ricercata secondo metodi originali e personali rientri tra ciò che piace anche al prossimo.
Se suoni in camera tua, per te, concordo: cerca la tua tua tonica come ti pare, ma se suoni anche per gli altri devi considerare anche il gusto di chi porà ascoltarti. Quel gusto e le tecnica di studio strumentale hanno proceduto di pari passo, influenzandosi l' un l' altro, per secoli.
juggler
6th January 2012, 11:38
Tu hai un nome, io un altro...il ns. nome può piacere ad alcuni, ad altri no, altri ancora possono manifestare una totale indifferenza...
Mi sembra ci sia dello scetticismo da parte tua (e sicuramente da parte di tanti altri) sulla ricerca della propria tonica...
Tu suoni per piacere al prossimo? Qualunque cosa suoni, gli atteggiamenti degli altri, possono essere identici a quelli descritti per il nome...
E quindi, cosa c'entra? Per suonare devi cercare il gusto di chi ti ascolta? E come fai a sapere i gusti di tutti quelli che ti ascoltano?
E' un po' una pretesa assurda...un po' come dire, "faccio delle affermazioni retoriche, che tutti possono condividere..." Magari, poi, non sai nemmeno se ci credi e fino a che punto...ti sei solo abituato a comportarti così e null'altro!
La violenta ipocrisia sottostante non viene nemmeno percepita.
La tua tonica non indica nulla circa la tua capacità di esprimerti, come chi ha lo stesso nome non manifesterà
gli stessi orientamenti, scelte ecc.
E poi, mi sembra che tu non vada oltre un fattore preminentemente estetico ovvero quanto di piu' opinabile esista.
Una educazione musicale che parte e si basa esclusivamente su un orientamento estetico e sulle abilità atte alla realizzazione
di quell'ideale è una sovrastruttura culturale: la base dalla quale attuare tutte quelle differenziazioni, che porta a creare un
"mondo di sordi" abituati ad ascoltare solo e semplicemente in un certo modo...e ogni abitudine porta con sè cristalizzazioni, pigrizia, luoghi comuni... e conseguenzialmente anche tendenze e atteggiamenti (che magari in modo retorico, siamo sempre pronti a condannare...)
che sfociano nella gerarchia, superiorità, indisponibilità, razzismo mascherato da false ragioni e via via in senso peggiorativo...
E allora? La ns. tanto beneamata musica altro non è che una delle tante riproduzioni delle aberrazioni/contraddizioni che abbiamo creato e nelle quali siamo immersi? Ci rimane solo la falsa retorica per tenere a bada le inquietudini della ns. coscienza?
E' un po' penoso...non trovi/non trovate?
Una civile e ipocrita aberrazione, socialmente condivisa.
gf104
6th January 2012, 12:20
ma sai ognuno di noi la pensa a suo modo e magari scarica le proprie tensioni, insicurezze,frustrazioni,delusioni ecc, cogliendo il minimo pretesto o appiglio per sparare veleno. l'astio si percepisce lontano un miglio e poi l'invidia è una brutta roba! può essere anche frutto di un malessere passeggero...
ogni riferimento a cose e/o a persone che condividono questo topic è assolutamente casuale.
per quanto mi riguarda sono sulla tua stessa lunghezza d'onda.
certo che è abbastanza curioso che dalla musica si vada a finire in altri contesti...
non interessa a nessuno ma io cerco di suonare per mio divertimento e per quello di altre care persone senza farmi tante menate.! e per raggiungere lo scopo...note lunghe sempre e possibilmente ben fatte :smile:
oggi è la festa della Befana ;) allegria! :alè!!)
re minore
6th January 2012, 12:26
A mio modestissimo parere state dicendo, juggler e phate, due cose diverse. Giuste, giustissime, entrambe e non in contraddizione tra loro. Ma siete su due piani diversi, non vedete il punto? Non e' che uno ha ragione *e l'altro torto*: avete ragione entrambi.
Tu, juggler, fai un percorso di ricerca interiore. Il tuo percorso e' fine a se stesso, ed e' quindi la piu' alta espressione del fare. Mi vengono in mente alcune frasi scritte sulla porta di Seymour in "franny and zooey" di salinger (lo avete letto? un piccolo libro a dir poco stupendo) a loro volta tratte da qualche antico testo sacro indiano (magari piu' tardi le cerco e le posto). Se poi questo percorso si interseca con quello di altri bene, se no bene lo stesso.
Altri, molti, preferiscono un approccio meno austero, ma altrettanto legittimo, per cui facendo musica hanno uno scopo piu' terreno ed immediato. Ad esempio andare a suonare la sera e "divertirsi con gli amici". Lo scopo di altri ancora e' quello di "far soldi" con la musica, eventulamente virando sul commerciale puro.
Sono questi da condannare? Assolutamemte no, non sono neanche da giudicare (come del resto non lo e' nessuno). Io invidio (nel senso BUONO del termine) e STIMO tutti coloro che riescono a campare di musica, anche facendo basso commercio delle proprie capacita' musicali. Cosi' come invidio (sempre nel senso buono del termine) e stimo tutti coloro che hanno la forza ed il coraggio di fare difficili percorsi di ricerca interiore.
juggler e phate in coro: "a remino', fatte li cazzi tua e lasciace litiga' in pace" :devil:
Sax O' Phone
6th January 2012, 15:39
Scusate, ma vorrei richiamarvi subito all'ordine!
A me pare che visto il soggetto di questo argomento 'il mantra delle note lunghe' juggler sia più in tema (sebbene come al solito sia pure contestabile e contradittorio) che phate: che vuol dire andare a suonare in pubblico o nella propria cameretta le note lunghe!? Che c'azzecca!? Non stiamo per nulla parlando di questo, nevvero?
Note lunghe, la tonica individuale e cose del genere dovrebbero servirci a trovare una strada percorribile tramite il nostro strumento che crei naturalmente musica, emozioni, trascendenza, o quanto altro ci prefiggiamo/scopriamo.
Che queste creazioni siano o meno condivise dal pubblico, non entra nell'argomento.
Se suonare le note lunghe porta ad un miglior controllo del suono e dello strumento, ben venga come espediente per raggiungere uno scopo.
Se scoprire la propra tonica mi permette di rapportarmi alla concezione musicale con maggior sicurezza e creatività, questa ricerca diventa prioritaria.
Se i vicini (pubblico) durante questi esperimenti si lamentano, ebbé potreste rispondergli che al momento lo spettacolo è gratuito, ma in futuro farete pagare il biglietto...
cagliostro70
6th January 2012, 16:29
Scusate, ma avendo aperto il 3d originale aggiungo soltanto.. che c'azzecca tutto ciò con il conecetto di fare le note lunghe come forma di rilassamento fisico, respirazione diaframmatica e per scaricare le uggie e negatività accumulate durante la giornata??
avrei capito se qualcuno mi avesse risposto "io ottengo lo stesso risultato con gli overtones" o "lo faccio con le scale maggiori a 140b/s".... ma la piega che ha preso al conversazione mi pare veramente (anche se, per l'amordiddio, INTERESSANTISSANTE) off-topic!
fcoltrane
6th January 2012, 16:34
riquoto il messaggio iniziale di Matt/iostro.
poche parole ma piene di significati.
personalmente sconto ogni giorno l'assenza di una solida tecnica di note lunghe.
alcuni aspetti che considero preminenti:
perdita del benessere e riconquista attraverso il suonare.
uso appropriato della respirazione .
(con tutto quello che comporta )
riferimenti alla unicità e durata della vibrazione.
(benessere che questa provoca )
infine (ma non per importanza )anche il riferimento alla filosofia.
credo che lo studio delle note lunghe sia per un sassofonista come per un giurista lo studio del codice : imprescindibile.
Sax O' Phone
6th January 2012, 16:37
... fare le note lunghe come forma di rilassamento fisico, respirazione diaframmatica e per scaricare le uggie e negatività accumulate durante la giornata??
... "io ottengo lo stesso risultato con gli overtones" o "lo faccio con le scale maggiori a 140b/s"....
Come dici giustamente (!) si discute qui della validità della pratica delle note lunghe, o per contro di pratiche alternative che possono dare dei buoni risultati per la qualità dello studio sia tecnico che musicale.
Torniamo in argomento, grazie!
phatenomore
6th January 2012, 16:42
ma sai ognuno di noi la pensa a suo modo e magari scarica le proprie tensioni, insicurezze,frustrazioni,delusioni ecc, cogliendo il minimo pretesto o appiglio per sparare veleno. l'astio si percepisce lontano un miglio e poi l'invidia è una brutta roba! può essere anche frutto di un malessere passeggero... ogni riferimento a cose e/o a persone che condividono questo topic è assolutamente casuale
non sono sicuro di aver capito, ma ritengo inutile farlo. Non fosse altro che per la perla rappresentata da "ogni riferimento a cose e/o a persone che condividono questo topic è assolutamente casuale" perchè non l' hai scritto in un altro topic allora? Chessò, in quello degli auguri di Natale...?
Scusate, ma vorrei richiamarvi subito all'ordine! ... che vuol dire andare a suonare in pubblico o nella propria cameretta le note lunghe!? Che c'azzecca!? Non stiamo per nulla parlando di questo, nevvero?
Rileggi quello che è stato scritto e cerca di mettere a fuoco la differenza tra "ricercare la propria tonica seguendo la tua via interiore, prescindendo dagli schemi estetici e pratici pre-costituiti" come dice jug ed il mio invito a "porre attenzione alla tecnica di sviluppo della propria voce attraverso la pratica e l'esperienza di musicisti ed ascoltatori atraverso decine / centinaia di anni". Ancora una volta la discussione è tra il percorrere strade già note "imparando dal passato prima di esprimere qualcosa di nuovo" ed "la libertà assoluta della propria creatività senza particolare riguardo al metodo canonico" Il mio intervento, come vedi c'azzecca tanto o poco ma esattamente quanto quello di jug.
fcoltrane
6th January 2012, 16:44
a me non sembra che alcuno sia offtopics .
Jug ha dato una sua interpretazione delle tecnica delle note lunghe. (e in un certo senso anche una evoluzione verso una maggiore consapevolezza)
la si può condividere o meno ma presenta caratteristiche davvero affascinanti.
aggiungo che per molto tempo mi sono chiesto se la tecnica dello studio degli armonici potesse sostituire quella delle note lunghe .
nel mio caso posso dire che non riesco ad ottenere gli stessi risultati.
la prima è funzionale a riacquisire equilibrio rilassatezza respirazione corretta, la seconda a sviluppare una attitudine diversa.
(apparato della laringe , selezione di suoni , conoscenza di alcuni aspetti del suono.)
Sax O' Phone
6th January 2012, 17:49
Sarebbe utile ed interessante anche valutare da dove proviene questa pratica sullo strumento. Sospetto sia un'eredità post Coltrane: dubito fortemente che Parker facesse uso delle note lunghe nei suoi studi, e non sono sicuro che neppure Coltrane le usasse.
Questo nulla toglie alla loro validità, ma come dicevo personalmente preferisco usarle solo contestualmente intonando lo strumento o come nota finale in una lettura più articolata di frasi e scale.
juggler
6th January 2012, 20:35
Non mi interessa entrare nel merito delle libere interpretazioni o semplificazioni, che ho letto rispetto a quanto ho scritto,
in quanto li ritengo "incidenti di percorso dialettico" abbastanza prevedibili e immancabili.
Per chi volesse approfondire, curiosare o semplicemente sperimentare una nuova prospettiva, può consultare la seguente fonte:
https://docs.google.com/viewer?a=v&q=ca ... kFXQ&pli=1 (https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:duXrdJ4K_-cJ:www.educarte.it/sonoro.doc+ricerca+del+proprio+suono+di+inayat+kha n&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESirUKiTewcN63ckRFD94HpggoyWeyeoBZZBTsCy n8D4d9K7L_EP6RJRsaQZUeQFT5Y18d5lRPWxrz4LIqNdcLYBct _bOv5XooxVNLT-FoWtAc0x1tljYRGMMdWTgM-yT-sojDxz&sig=AHIEtbT6zE7jvb79u_FJvbfuz-axunkFXQ&pli=1)
C'è chi sarà portato a sperimentare direttamente; c'è chi si accontenterà del solo dato teorico (che senza una esperienza diretta non vale un granchè); c'è chi vorrà sapere di piu' e cercherà altre fonti che confronterà con altre esperienze; c'è chi può anche evitare perchè alle sue false certezze non rinuncia o ha la propria visione cristallizzata dura da abbandonare...
ognuno segua la libertà del proprio sentire.
Tblow
7th January 2012, 12:37
Questo articolo mi fa ricordare la ricerca sulla voce fatta Demetrio Stratos, molto interessante !
Per quanto mi riguarda le note lunghe ogni tanto le faccio (a occhio più che immaginarle eseguite da Coltrane o da Parker propenderei per un'origine più da sax/classico per es: Rascher o Mule) così come eseguo le scale, secondo me sono pratiche che è bene mantenere per abituare il nostro corpo (udito, dita e apparato respiratorio) all'attività che è richiesta per suonare, tuttavia non credo che questi esercizi siano sufficienti per potersi esprimere (fin qui è abbastanza ovvio).
Io sono alla ricerca della capacità di "dire" quello che sento attraverso lo strumento, per farlo è sicuramente utile poter produrre il suono senza inutili tensioni, essere in grado di riconoscere gli intervalli e capire dove si è mentre si suona ma, detto questo, mi sono convinto che ci sia dell'altro, che apparentemente non riguarda strettamente la musica ma proprio la capacità di ognuno di esprimersi.
La difficoltà credo stia proprio nel trovare ognuno la propria strada, in quanto è difficile che altre persone possano darci consigli mirati non avendo la stessa nostra percezione su di quello che stiamo facendo
In questo senso mi trovo d'accordo con Juggler. :-leggi-:
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