Visualizza Versione Completa : Ma la musica è un lavoro?
leoravera
30th April 2014, 10:14
Dopo una lunga riflessione, sono arrivato alla conclusione che la musica non è un lavoro. Ecco perché:
http://www.leoravera.it/2014/04/29/prim ... il-dovere/ (http://www.leoravera.it/2014/04/29/prima-il-piacere-poi-il-dovere/)
Danyart
30th April 2014, 10:24
:zizizi)) :saxxxx)))
mako0250
30th April 2014, 11:46
In Italia non esiste la "cultura" dell'Arte e di chi l'Arte la fà! Sia esso musicista, cantante, attore, ecc. In Italia non importa se un Artista ha "Buttato sangue" e tempo per imparare a fare quello che sa fare. Nel caso della musica, prendendola ad esempio, ma vale per tutte le "ARTI", per un pubblico, aimé, ignorante non c'è differenza tra un diplomato in conservatorio o comunque uno che da anni studia lo strumento (spesso a sue spese) ed un... "tecnico" che avendo studiato un "manuale operativo" sa far funzionare uno strumento che sinteticamente emette dei rumori chiamati... musica.
Ripeto in Italia... La mia esperienza e mi riferisco ai sette anni vissuti in Francia (che per certi aspetti non sono paragonabili alla suola delle nostre scarpe, ma da questo npunto di vista...) in Francia dicevo, non esiste la serata intesa in quanto tale, ma la "quindicina" vale a dire il Locale ti ingaggia per quindici giorni consecutivi e per quanto riguarda la "musica sintetica" questa deve limitarsi alla ritmica o basi se suoni uno strumento solista. Con la "quindicina" in rari casi la "settimana" , tu Artista hai modo di farti conoscere e soprattutto dire a chi non ti conosce di venirti a sentire in quel locale (dove resti per 15 gg) dove non devi montare e smontare la stessa sera fino alle tre del mattino con camerieri o proprietari che ti guardano in malo modo...
Perché in Italia non esiste questa "CULTURA"? :muro(((( :muro((((
Ultima cosa per i Lavoratori... la parola "Artigiano" deriva da Artista... quindi cosa rispondere quando parlando dici che sei un artista (musicista, cantante, attore, ecc) e ti rispondono: "si ho capito, ma di lavoro cosa fai? :cry:
runtujazz
30th April 2014, 13:31
...mako0250 quello che hai scritto vale anche per professioni che "sfiorano" il mondo artistico, purtroppo.
mako0250
30th April 2014, 16:30
Tutti vorrebbero almeno vivere del loro lavoro... alcuni diventano anche ricchi, ma questa è un'altra cosa.
Chi sogna questa vita fin da piccolo e poi riesce a viverla da adulto è un esiguo numero, però nel testo di questa canzone si parla proprio di questo
http://youtu.be/GRgJYUDyckM
e per chi non capisse il francese, non sto qui a tradurla tutta, ma il finale dice dopo tanti anni durante i quali l'autore ha tentato di fare l'artista, vivendo alla corte dei mendicanti e dei re, e dovendo scegliere la sua frontiera fra il nobile ed il volgare, incontra un suo vecchio compagno di scuola che ai tempi mentre lui era cacciato dalla stessa l'altro era preparatissimo ed aveva studiato tutto, ebbene adesso lo incontra, impiegato modello, ma attraverso gli occhiali che indossa vede che fra i due è l'altro che ha dei rimpianti... e finisce dicendo "tu hai le tue quattro settimane, io ho tutta la mia vita!".
Io aggiungo che è molto dura e difficile da prendere questa decisione, soprattutto se hai famiglia, ma come dico nella canzone che ho scritto è la tua vita.
E qui la ridedico a tutti gli artisti, per chi non capisse il dialetto milanese se mi mandate una mail vi do la traduzione.
http://youtu.be/D7HzddIiIQQ
fmeggysax
30th April 2014, 17:31
Per noi musicisti la musica è senza dubbio un lavoro però ci sono persone che lo riconoscono come tale e persone che pensano che sia un contorno... Niente di importante e quindi da non sperperare troppi fondi... Recentemente con la mia street band siamo stati contattati per suonare a un compleanno (12 musicisti)... Gli diciamo 40€ sottointendendo a persona... Alla fine data annullata perché pensavano 40€ in totale che non ci pagavano neanche la benzina...
BRODO
30th April 2014, 17:39
Credo che una gruppo di generazioni, in Italia, diciamo coloro che sono nati tra gli anni '50 e i '75 più di chiunque altro soffrano di un qualcosa che altri non possono capire.
Io faccio parte della fascia e cosa posso dire...
Quando ho capito la magnificenza della musica c'erano gruppi storici e mitici, nel Rock come nel Jazz come in altri generi. La musica era curatissima e sappiamo perchè: perchè si vendevano i dischi, a milioni. Tutti ambivano ad avere lo stereo in casa, quello vero. Questa industria era curatissima e selezionava veri musicisti, veri artisti, perchè di quelli finti non sapevano che farsene, in un mondo fatto di suono e non di video.
Oggi non si vende più un disco, la musica si scarica e si ascolta con i telefonini, anzi no, si vede con i telefonini. Conta il video. Una volta facevi i live per vendere dischi, oggi ti fai conoscere con gli mp3 o YT per sperare che qualcuno vada ai live per guadagnarci qualcosa.
La cultura musicale e quella in generale si è andata abbruttendo. C'è un appiattimento verso il basso, il bello non emergere perchè è incomprensibile ai più. C'è stato un periodo storico che precedeva il Gregoriano che aborriva la polifonia. Oggi molti ragazzi vanno quasi sulla monofonia per scelta...
Moltissime persone non riescono a seguire un discorso un pelo più complesso, né letto né parlato. Non era così una volta, quando la dialettica e il valore del ragionare ancora non faceva vecchio.
È tutto un discorso correlato da mettere insieme.
Noi siamo cresciuti in falsi miti, quello di fare successo con la musica forse, perchè avevamo veri mostri inarrivabili nati in periodi irripetibili storicamente che vanno dagli anni '20 per il jazz agli anni '60 '70 per quella musica che molti definiscono rock che include anche la dance, il blues e chissà quant'altro. Nella musica tradizionale, folkloristica è successo lo stesso.
Falsi miti dicevo, perchè oggi i computer leggono meglio di qualsiasi maestro. La musica classicheggiante che ascoltiamo nei migliori film spesso è da software. Nata la figura del DJ prende sempre più piede un altro modo di concepire la musica, suonare significa adesso mixare, mescolare, programmare, looppare.
Il bravo strumentista è quello che ci rimette maggiormente, serve un fonico o un tecnico software.
E siccome anche di questi c'è inflazione, sono pagati anche male.
Ma dato che il mercato ha un'offerta enorme e la richiesta punta alla povertà musicale, serve più un'estetista per il trucco della cantante sanremina piuttosto che un bravo trombettista.
Se non c'è cultura e amore diffusi, la musica non è lavoro e gli ascoltatori veri saranno solo musicisti che si rilassano. Gli altri NON ascoltano ma sentono, e ora scusate ma ho una chiamata sul telefonino... Mondo veloce e sordo.
Quindi, non è il godere della musica che impedisce il guadagno, perchè una meretrice che gode va comunque pagata. È che molti di noi sono ancora rimbambiti dall'epoca della gioventù in cui c'è stato un certo boom o almeno l'eco di quel boom. Oggi la musica non è costume, somiglia spesso ad un deodorante per ambienti.
Quindi inutile piangersi addosso, il peggior sordo è quello che non vuol sentire, o forse, quello che non è neanche in grado di ascoltare.
La musica oggi è meravigliosa. È la passione condivisa di molti che si ritrovano accanto questo respiro gemello al nostro. Non ha un gran mercato a confronto con tempi andati, quindi si muove in modi diversi, spesso senza sperare né agli oneri né agli onori.
Serve qualcosa di tosto per quel videogioco, è un'offerta di lavoro musicale.
Il mercato della musica si è differenziato e il musicista anche. E noi continuiamo ad avere in testa i nostri miti, autocondannandoci a non capire che siamo musicisti quando suoniamo per noi stessi, anche se abbiamo le pareti della nostra stanza tappezzate di orecchie d'ogni tipo, predisposte a lunghezze d'onda diverse dalla nostra.
mako0250
30th April 2014, 17:43
Alla fine data annullata perché pensavano 40€ in totale che non ci pagavano neanche la benzina...
E ti stupisci?
Ieri un caro amico che suona da più di vent'anni in band ed orchestre ha detto che ha perso un locale dove andava con una cantante a fare il liscio perché un altro duo si è proposto gratis ed ha chiesto come compenso la cena per 2 e la possibilità di vendere i loro CD, sarò cattivo, ma gli manderei il controllo incrociato di finanza e SIAE! :evil:
fmeggysax
30th April 2014, 17:55
Già... Dobbiamo essere noi per primi a non fare queste cose! Ne andare ed essere sottopagati e ne andare gratis! Sono tutte cazzate quelle di farci pubblicità! Io con il quartetto che ho in conservatorio sono andato alla Rai e il conservatorio ci manda a suonare in occasioni rozze e che non rilasciano neanche un attestato di partecipazione "degno"... Ho suonato per una premiazione... Canzoni recenti, pop e nessuno che ascoltava! L'attestato stampato su un foglio A4 del che gli è costato 5centesimi! Dopo un'ora di musica darci quell'attestato è stato come dirci che valiamo 5 centesimi...
Il fatto che siamo andati in Rai l'ho detto perché il viaggio è stato fatto a nostre spese. E poi a chi non fa niente a proprie spese gli passano concerti pagati...
re minore
30th April 2014, 22:36
La musica e' un lavoro? Se riesci a farti pagare si', se non ci riesci non lo e'.
Fare fotografie e' un lavoro? Se riesci a farti pagare si', se non ci riesci non lo e'.
Aggiustare televisori rotti e' un lavoro? Se riesci a farti pagare si', se non ci riesci non lo e'. Una volta lo era, oggi francamente non so.
Scrivere un libro e' un lavoro? Se riesci a farti pagare si', se non ci riesci non lo e'.
Il concetto e' chiaro: non esistono "cose che sono lavori" e "cose che non lo sono", esiste un mercato e gia' molti anni fa un certo bennato cantava "vendero'".
Nel mondo della musica ci sono molti dilettanti che si esibiscono gratis... spero non sia questo il problema. Del resto nel mondo dell'informatica il freeware e' una realta' molto ma molto piu' consolidata. Io sono un informatico, ho fatto per anni il programmatore e certo non mi lamento oggi del fatto che quasi tutto il software si trova free. E proprio nel mondo del software la concorrenza, e la differenza, tra un professionista ed un cantinaro e' evidente per me ma molto spesso fumosa per un possibile cliente. Il quale, se vuole andare dal cantinaro, ci va con la mia benedizione. E' una sua scelta.
Programmare un computer e' un lavoro? Se riesci a farti pagare si', se non ci riesci non lo e'.
Fare l'istruttore di mountain bike e' un lavoro? Se riesci a farti pagare si', se non ci riesci non lo e'.
Potrei andare avanti all'infinito, le attivita' borderline sono molte. E piu' passa il tempo e piu' ne avremo. Ma vorrei fare un paio di riflessioni.
La prima: siamo proprio sicuri sicuri che il "musicista professionista" che passa ore al giorno ad esercitarsi sia intrinsecamente piu' meritevole di un qualunque dilettante che torna a casa dall'ufficio stanco morto dopo una giornata di incazzature con superiori, sottoposti, clienti, uffici acquisti, e invece di guardarsi un’ora di tivvu’ o di chiudersi al cesso, o di stare un’ora con i figli, si mette a fare un’ora di sax prima di cena? O magari due?
La seconda: siamo proprio sicuri sicuri che la capacita’ di trasmettere un’emozione derivi sempre e soltanto da anni di studio e sacrifici? La storia ci parla di artisti assoluti la cui genesi e’ differente.
La mia idea: chi insegue l’arte lo deve fare per l’arte, e non per ricavarci denaro. Se ci vuole ricavare denaro sta facendo un lavoro, ed in questo caso ha lo stesso diritto di lamentarsi di un idraulico che non trova clienti.
fmeggysax
30th April 2014, 22:40
Giustissimo re minore!
leoravera
1st May 2014, 08:54
La musica e' un lavoro? Se riesci a farti pagare si', se non ci riesci non lo e'....
Caro re minore, la tua riflessione è autentica e veritiera, i musicisti -così come tutti gli altri lavoratori- devono imparare a farsi pagare, altrimenti non ha senso lamentarsi. E' finita l'epoca in cui si potevano affidare ad impresari che facessero questo per loro. Proviamo però a guardare ad una professione nel suo insieme, senza limitarci a dire "impara a farti pagare" a chi non ne è capace.
La professione del musicista è in Italia in via di sparizione. Per lo Stato la categoria del musicista di fatto non esiste, l'ente previdenziale dedicato ai musicisti funziona quasi esclusivamente per i lavoratori della televisione. La partita IVA per un musicista non esiste. Non esiste neanche un sindacato. Ci sono scuole secondarie che avviano un ragazzo a molte professioni, la musica non è tra queste. I Conservatori versano in crisi gravissima.
Ci saranno delle ragioni storiche e sociali, o è tutto colpa del singolo? Bada bene, ci sono ragioni storiche importanti, Walter Benjamin nel '36 scriveva "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica" prevedendo molte delle dinamiche del secolo scorso. Se un mestiere -che è stato importantissio in Italia- sta scomparendo, qualche domanda dovremo pur farcela.
Se cambi un rubinetto in casa tua, forse per questo ti credi un idraulico? Perchè per la musica le cose vanno in modo tanto diverso?
Semplice: perchè la musica NON è un lavoro.
Quando anche il disegno, la scultura, la matematica, la filosofia, il teatro, il cinema, scrivere libri, la grafica, il giornalismo... non saranno più lavori, avremo perso qualcosa?
mako0250
1st May 2014, 09:57
Quoto ed aggiungo:
esiste il mercato, la domanda e l'offerta, quindi un "ARTISTA PROFESSIONISTA" (e per essere tale oltre ad avere i reqisiti artistici con un repertorio ed essere in grado di stare davanti ad un pubblico) deve:
- essere iscritto alla SIAE (come minimo) e questo ha un costo!
- essere iscritto all' ENPALS quindi avere una contabilità e questo ha un costo!
- avere la possibilità di avere un'AGIBILITA' per fare uno spettacolo quindi essere iscritto (come mininimo) ad una Cooperativa o Società e questo ha un costo!
Questo, perlomeno, se non sono cambiate le leggi è il minimo che serve per fare l'ARTISTA PROFESSIONISTA che se riesce a farsi pagare, secondo te,
Se riesci a farti pagare si', se non ci riesci non lo e'.è tale!
A fronte di tutto questo se vai a cercare lavoro (essendo professionista) cercando di "farti pagare" ti scontri con "HOBBYSTI" i quali molto probabilmente hanno i requisiti artistici con un repertorio e sono (forse) in grado di stare davanti ad un pubblico, ma si propongono in "NERO" e quel che è peggio che i locali li prendono e li pagano! Mentre in quanto HOBBYSTI dovrebbero esibirsi gratis o meglio "pagare per farlo" (se come hobby ho il modellismo devo acquistare i materiali per costruire il mio plastico)!
Ma qui vige la legge "accà nisciuno è fesso" quindi giocheremo sempre a fare i più furbi ed a mettercelo in quel posto a vicenda, ma se oggi frego te, domani il mio vicino, dopodomani a quello del palazzo di fronte, prima o poi il giro si chiude e la cosa ritorna a me!
Quindi non sarebbe meglio che ogniuno facesse il proprio mestiere?
E se ho bisogno di fotografie, vado da un FOTOGRAFO PROFESSIONISTA e lo pago!
Se ho bisogno di aggiustare il televisore vado dall'ELETTROTECNICO PROFESSIONISTA e lo pago!
ECC!
Credo che il concetto sia chiaro, ma come ho scritto all'inizio
In Italia non esiste la "cultura" dell'Arte e di chi l'Arte la fà! ci vorrebbe più cultura da parte di una certa parte di pubblico al quale "va bene tutto" ed una buona dose di PROFESSIONISMO dall'altra che latita! :saxxxx)))
Mha, non sono pienamente daccordo Mako0250
Secondo il tuo discorso un hobbista non riuscirebbe mai a diventare un musicista professionista.
Ovvero uno non dovrebbe suonare in giro se non è iscritto siae...enpals...cooperativa...è impensabile, cioè non tutti hanno la possibilità o hanno avuto la possibilità di dedicarsi solo allo studio della musica, ma per motivi socio-economici han dovuto andare a lavorare.
Ma questo non vuol dire che un lavoratore non possa diventare un musicista professionista, ma per inseguire il suo sogno non si può pretendere che solo perchè principalmente esercita un altro lavoro allora esso non debba suonare nei locali perchè porta via spazio a musicisti che fanno solo quello.
La colpa principale a mio avviso che la musica non è considerata un lavoro vero e proprio è proprio del sistema italia, ovvero dei locali, perchè non percepiscono la musica come un lavoro vero tipo l'idraulico, ma solo come una baraccata che porta gente o meno.
Sai quante volte io presento il rapportino di prestazione al locale e mi ridono in faccia e dicono..''dai tieni qua i schei e apposto così''. Io ci provo sempre a far le cose in regola, anche perchè poi il Bordero lo firmo sempre io.
Comunque professionisti o meno, la musica è un arte, è studio, e a prescindere da età o classi sociali nella musica vince sempre il più bravo, con fattura o senza fattura :-).
mako0250
1st May 2014, 11:58
Secondo il tuo discorso un hobbista non riuscirebbe mai a diventare un musicista professionista.
Ovvero uno non dovrebbe suonare in giro se non è iscritto siae...enpals...cooperativa...è impensabile,
Non è un mio "discorso"... lo dice la Legge!
Per esercitare questa "PROFESSIONE" bisogna essere in regola, ma fino a quando basiamo tutto sulla passione continueranno a sfruttarci per la nostra passione che è alla base di tutto e che è quella che ci rende Artisti.
Passione ce n'è tanta in giro... Artisti un po' meno... e ripeto:
ci vorrebbe più cultura da parte di una certa parte di pubblico al quale "va bene tutto" ed una buona dose di PROFESSIONISMO dall'altra che latita!
re minore
1st May 2014, 11:59
... senza limitarci a dire "impara a farti pagare" a chi non ne è capace...
Ciao Leo, il senso non era questo: quello che volevo dire e' che in questo paese ed in questo momento storico riuscire a far denari facendo musica e' un'impresa molto difficile ed ogni aspirante musicista DEVE mettere in conto le difficolta' che incontrera' nel riuscire a farsi pagare. Ed io penso che in un futuro non lontano fare il musicista in francia o germania sara' altrettanto difficile quanto oggi lo e' oggi da noi.
Le professioni di ieri sono oggi attaccate da piu' fattori: la macchine fanno molto lavoro che ieri era fatto dalle persone. Un uomo con un trattore fa oggi il lavoro di cinquanta contadini di cinquanta anni fa. La manodopera importata da altri paesi, a volte a basso costo per disperazione, e questo e' un male, ma altre volte disposta per volonta’ propria ed in piena liberta’ ad operare in condizioni (legittime!) che a noi non stanno bene. In ultimo, alcune professioni di ieri sono attaccate da hobbisti ai quali le condizioni economiche oggi esistenti garantiscono tempo libero a sufficienza per coltivare le proprie aspirazioni artistiche e tecniche, ad un livello tale che a volte permette loro di guadagnarci anche qualcosa e questo in se e’ un bene, un grandissimo bene. Io sono favorevolissimo al programmatore della domenica che fa un prezzo la meta’ del mio lavorando nel tempo libero. Ha tutta la mia considerazione. Chiederei solo che, come accade in altri paesi, pagasse le tasse su ogni euro che guadagna cosi’ come faccio io.
Nel mio personalissimo caso mi sono chiesto piu’ volte cosa farei qualora perdessi il lavoro, la qual cosa e’ sicuramente nel novero del possibile. Ed ho deciso che aprirei un bar o una pizzeria. Perche’ e’ il mercato che comanda: non posso pensare di fare l’insegnante di aramaico perche’ l’aramaico non lo vuole imparare nessuno mentra la pizza e il caffe’ se lo comprano tutti.
… Ci saranno delle ragioni storiche e sociali, o è tutto colpa del singolo? …
Ci sono evidenti ragioni storiche sociali, e non e’ colpa di nessuno. Il mondo va in questa direzione ed il bisogno di musica oggi puo’ essere soddisfatto a basso costo. Cosi’ come il bisogno di fotografia, o quello di acqua potabile. In altri paesi del mondo ancora oggi fare il portatore d’acqua e’ un mestiere. E’ cosi’… il mondo va accettato per quello che e’.
Se cambi un rubinetto in casa tua, forse per questo ti credi un idraulico? Perchè per la musica le cose vanno in modo tanto diverso?
Questo e’ semplicissimo: perche’ non mi diverto a cambiare il rubinetto e sono disposto a pagare qualcuno che fa una cosa che a ma pesa. Mia moglie i rubinetti li sa cambiare, e siccome si diverte pure se serve lo fa lei. Io l’impianto elettrico me lo aggiusto da solo… se cambiare rubinetti e rele’ fosse appassionante come suonare il sax avremmo altri due mestieri sulla lista nera.
Quando anche il disegno, la scultura, la matematica, la filosofia, il teatro, il cinema, scrivere libri, la grafica, il giornalismo... non saranno più lavori, avremo perso qualcosa?
No: avremo guadagnato qualcosa, esattamente come oggi abbiamo guadagnato ad avere un trattore che lavora per noi. Il giornalismo gia’ oggi se non fosse protetto artificialmente non sarebbe tanto un mestiere, e tra quelli cha hai citato e’ forse il piu’ in bilico. Insieme alla grafica, che oggi posso fare anche io con il computer. Prima era una professione alla portata di pochi, oggi perfino io posso fare cose decenti con i mezzi che il progresso mi mette a disposizione. Una volta c’erano gli scrivani, oggi grazie a dio se voglio scrivere lo faccio da me, non abbiamo perso niente ma guadagnato moltissimo.
bonnygonfio
12th May 2014, 18:19
Prima il piacere e poi il dovere...allora rocco siffredi cosa dovrebbe dire? :ghigno:
Dai scherzi a parte faccio una riflessione che parte da lontano. Se uno ha la passione della musica e suona uno strumento il fine è per la stragrande maggioranza quello di esibirsi in pubblico. Penso che pochi suonino per auto celebrarsi tra le proprie 4 mura. E' chiaro che chi vuole un servizio ( la musica nel locale o durante una manifestazione ) lo deve pagare. Il poco o il molto non è valutabile se non da chi richiede il servizio che puo' ritenere congruo il compenso richiesto a seconda di vari canoni ( quanti siete, quanto suonate, quanto mangiate ). Ma soprattutto ( e qui chi suona nei locali sa di cosa sto parlando ) la domanda n.1 è QUANTA GENTE VIENE A CENA?
Ecco, il problema non sta tanto nel professionista o no ma da quanta gente riesci a portare e di conseguenza ad autofinanziarti la serata.
E' diventato come fare il promotore finanziario...hai un portafoglio di 1.000.000 di euro e prendi tot, se ne hai 10.000.000 prendi 10 volte tanto.
Nei locali, quei pochi che fanno ancora musica dal vivo, ci vai solo se hai un seguito senno' se anche sei un fenomeno ma non porti gente stai a casa a letto a guardare la carra' in tv. Conosco una formazione che suona funky anni 70 - 80 da molti anni e tecnicamente non sono dei mostri, anzi da qualche anno probabilmente non aprono un libro di tecnica e improvvisano solo sulla pentatonica...ma appena il locale mette la locandina che suonano loro, 2 giorni e 90 cene prenotate...che sia martedi' mercoledi' giovedi sera non importa...ovviamente i loro compensi sono commisurati al "giro" di gente che riescono a portare. E' brutto...ma è cosi'.
BRODO
12th May 2014, 19:46
Vedendola dal punto di vista del mercato, non è possibile presupporre un'offerta superiore alla richiesta, se non con la conseguenza che l'offerta eccedente è svenduta, virando al ribasso l'offerta intera.
È pur vero che la musica non è un monoblocco ma un'offerta eterogenea, spesso di nicchia.
Sempre stando in ambito di mercato, la musica è un prodotto culturale.
Come tutti i prodotti culturali, questi hanno bisogno di 2 premesse perchè possano trovare mercato:
1.Che i bisogni di base siano assolti, così che il fruitore, non debba più pensare alla pagnotta e alla benzina, ma possa pensare al teatro ed al concerto. Cosa che in periodo di crisi, nel quale siamo invischiati, rende la cosa possibile ad un ridotto numero di utenti.
2.Che la crescita culturale ci sia. È inutile sperare di vendere libri se impera l'analfabetismo. Se manca il substrato culturale che permette ancor prima di apprezzare, di riconoscere il valore della musica, allora ciao.
Inoltre, occorre tener presente che la tecnologia, in sinergia con la miseria, ha modificato il modo di “consumare” la musica, preferendo le scelta low cost, o ancor meglio quella a costo zero, cosa normalissima tra i giovani squattrinati, che vengono forgiati all'impronta di questo tipo di nuova cultura che lascia per lo più i musicisti casa e fa lavorare di più altre figure che lavorano nella musica pur non essendo musicisti.
C'è una ricetta per venirne fuori?
Temo di no. I periodi storici che segnano certi andamenti spesso durano decadi e non terminano fino a quando non subentra un elemento nuovo, che realmente cambia il modo di vedere alle cose. Probabile che un nuovo elemento non sarà neanche legato alla musica in senso stretto ma alla tecnologia, oppure ad un incremento del tempo libero, o ancora ad un altro modo di concepire la vita, o chissà a cos'altro ancora. Ma la crisi porta stagnazione e invece le svolte si muovono su maggiori dinamismi, quindi non è pessimismo il mio, ma il tentativo di guardare con realismo ai nostri tempi.
Così la fotografia digitale e la povertà di fatto hanno messo in crisi i fotografi professionisti, e fatti analoghi, come la computer music e il download free dell'arte ha indebolito la spendibilità del mestiere di musicista.
Il musicista richiede qualcosa che sempre più si concede malvolentieri: il tempo.
Nella pittura puoi scegliere di fissare un quadro per 3 ore ma puoi anche decidere di dedicargli 2 secondi. Nella musica non è così. Il tempo è determinante. In un mondo sempre più accelerato il mestiere di musicista ne fa le spese.
Lo dite tutti quanti voi, quando dite che non riuscite a studiare e a suonare quanto vorreste.
Gli impegni e le accelerazioni sono aumentati in modo impressionante rispetto al passato, spesso per cose che hanno senso dentro un contesto sociale che è però piuttosto insensato, a mio parere.
La perdita della dimensione umana e della cultura, ha come suo indicatore la perdita della musica, come nell'inquinamento l'assenza dei licheni è sintomo di bassa qualità dell'aria.
Il_dario
12th May 2014, 22:20
Quoto D- e rispondo : Si, e per fare un buon lavoro, devi saper farti apprezzare dal mercato !
I 25 musicisti piu pagati nel 2012 (fonte Forbes )
1. Dr. Dre ($110 milioni)
2. Roger Waters ($88 milioni)
3. Elton John ($80 milioni)
4. U2 ($78 milioni)
5. Take That ($69 milioni)
6. Bon Jovi ($60 milioni)
7. Britney Spears ($58 milioni)
8. Paul McCartney ($57 milioni)
9. Taylor Swift ($57 milioni)
10. Justin Bieber ($55 milioni)
11. Toby Keith ($55 milioni)
12. Rihanna ($53 milioni)
13. Lady Gaga ($52 million)
14. Foo Fighters ($47 milioni)
15. Diddy ($45 milioni)
16. Katy Perry ($45 milioni)
17. Kenny Chesney ($44 milioni)
18. Beyoncé ($40 milioni)
19. Red Hot Chili Peppers ($39 milioni)
20. Jay-Z ($38 milioni)
21. Coldplay ($37 milioni)
22. Adele ($35 milioni)
23. Kanye West ($35 milioni)
24. Michael Bublé ($34 milioni)
25. Sade ($33 milioni).
:saxxxx)))
BRODO
12th May 2014, 22:48
neanche a farlo apposta, al primo posto un beatmaker
re minore
13th May 2014, 09:05
... E' brutto...ma è cosi'.
Che e' cosi' sono d'accordo, sul fatto che sia brutto no. Sono pochi quelli che vogliono andare a vedere shakespeare a teatro, e sono tanti quelli che si vanno a vedere il codice da vinci al cinema. E' una cacata? Non lo ho visto ma immagino di si', perche' il libro, che invece ho letto, e' una cacata. Ma rimane il fatto che siamo liberi di farci piacere quello che ci pare, in tutto (musica, arte, cucina, sesso, ...) e se alla gente piace il funk casareccio va bene cosi', con buona pace di chi pensa che sarebbe "piu' giusto" che i gusti musicali fossero meno banali. Del resto di questo passo troveremo sempre qualcuno che dira' che allora sarebbe "piu' giusto" mandare affanculo jazz e blues, fatto bene o male non importa, per ascoltare solo musica sinfonica.
E comunque, qualunque lavoro tu faccia tranne il dipendente pubblico per il quale purtroppo (purtroppo per noi) questa cosa non e' vera, trovare il modo di farti pagare e' sempre un elemento essenziale, e non marginale, della tua professione. Idraulico, avvocato, designer o musicista non fa differenza.
BRODO
13th May 2014, 12:56
. se hai un secondo lavoro che ti sostiene sarai automaticamente considerato peggiore di un musicista mediocre che vive solo del mestiere di musicista.
. per vivere insegni e fai partiture che non ti piacciono. Ma tu volevi portare la tua musica al pubblico. In pratica stai facendo un mestiere diverso da quello che ti eri proposto anche se puoi sempre dire di fare il mestiere del musicista.
. il modo di creare la musica, di esporla, di ascoltarla e di gradirla, travalica qualsiasi iter consueto e non può essere ingabbiato in nessuna legge nonostante si tenti di farlo. Non sono determinanti scuole, formazione, leggi, contratti, ai fini della partenza e dell'arrivo della musica. Poi chi ci guadagna è un altro paio di maniche.
. mettiti giacca e cravatta, datti un tono, segui una formazione adeguata, può accadere che in un certo contesto sia richiesto un contorno musicale dove puoi inserirti e lavorare. Ma non trascurare mai il nodo della cravatta.
. parliamo di gente ricca sfondata? E chi se ne frega, scusate. Possono restare in medicazione contemplativa per 10 anni e poi fare un singolo. Li portiamo ad esempio come esemplari da ammirare o perchè dovremmo confrontarci con loro?
. quanti anni hai, sei un adolescente? Sognatore! Sei uno che vendicchia nella nicchia? Stai a dieta! Sei ricco perchè hai sfondato nella musica? E lo chiami lavoro!?!
Ma la musica è un lavoro?
Ovviamente no. La musica è la musica. Come la medicina e la numismatica, non sono lavori.
Ma la musica può certamente creare occupazione e fare lavorare della gente, non necessariamente musicisti. Montare americane e occuparsi delle luci è insito nell'attività musicale ma questo non significa che si debba essere musicisti. Neanche per vendere panini e birra occorre essere musicisti eppure la musica può aumentare la vendita di panini e birra. E chiamarlo indotto è fuorviante quando in realtà fare musica è contorno per incrementare gli introiti di un pub.
xelaris
11th June 2014, 11:24
tua scelta....
Io faccio busking di tanto in tanto....la prima volta ci andavo perche' il vicino aveva bisogno di dormire durante il giorno - quindi non suonavo per strada per lucro...poi ti arriva gente per la strada che ti vuole dare qualche moneta (mi ricordo che non avevo nemmeno un contenitore e che mi chiedevano dove mettere le monete e se suonavo per i soldi?!)...a quel punto non prendevo la situazione "seriamente". Poi torno a casa e conto le monetine e noto che ora per ora ci facevo il doppio che per lavori odiosi che avevo fatto di recente.
Insomma...ci ho pensato - giusto al momento sarei classificato come un semi-pro per scelta - perche'?! Il potenziale ci sarebbe per guadagnare da viverci (musicista pro) pero' onestamente non me la sentirei - qui si tratta di perdere qualcosa per lucro. Quel "qualcosa" e' difficile da spiegare...per esempio gradualmente stavo concentrandomi maggiormente nell'aspetto "performance" piuttosto che di "musica" - i due sono completamente diversi...inizi a pensare ai soldi e quindi vai ad imparare canzoni come il tema dei "Simpsons" (si' i cartoni animati), Baker Street ed altri sax hit - molti dei quali non te ne fregherebbe una cicca e li fai solo perche' te lo richiedono a nausea mentre suoni per la strada....insomma diventi un "crowd pleaser" suoni per loro e ti adatti perche' inconsciamente stai diventando assuefatto all'idea dei soldi (che stanno infestando il tuo amore per la musica)....qua si parlerebbe di un lavoro di routine.
Il prossimo passo sarebbe quello di imporre la tua personalita' - qui avrai modo di imporre la tua musica (suoni quello che ti pare e ti pagano per essere te stesso) a quel punto non sarebbe piu' un "lavoro" ma la tua vita realizzata in pieno - non molti ci riescono completamente (la maggioranza fa compromessi).
Al momento la mia situazione e' un compromesso....la maggior parte del mio tempo "musicale" lo dedico allo studio puro della musica (praticando a casa)....occasionalmete suono per altri (busking o qualche gig)....questa e' una scelta personale anche perche' ho altri interessi al di fuori della musica.
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