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Visualizza Versione Completa : Tenore Grassi - sostituzione tamponi



Robbye14
27th May 2015, 19:01
Salve a tutti,
ho ripreso da alcuni mesi a suonare dopo 25 anni il mio vecchio tenore Grassi n. serie 3275 (dovrebbe essere dei primi anni '60).
Riesco a suonarlo con molta fatica e necessita revisione completa che intendo fare da solo.
Alcuni tamponi, ovviamente i più vicini all'imboccatura sono decisamente danneggiati. Molto meno o quasi nulla gli altri.
Domande:
Conviene cambiarli sempre tutti?
Qualcuno ha un Grassi simile al mio e ha già le misure dei tamponi (e/o modelli) che sicuramente vanno bene?
Idem per le caratteristiche delle molle

Grazie per l'attenzione e per i suggerimenti.
Roberto

Il_dario
27th May 2015, 19:34
Ciao Robbye , per quanto riguarda la sostituzione dei tamponi , non sempre sono tutti da cambiare , ma se il sax é stato fermo così tanti anni forse é il caso di sostituirli tutti, comunque lo devi valutare smontando le chiavi e verificando tampone per tampone se é ancora integro e morbido !
Per quanto riguarda la misura credo non esista un elenco completo giusto, in quel periodo la produzione non era ancora industrializzata e spesso venivano costruiti vari modelli con piccole varianti , quindi mi sa che devi misurarti i tamponi uno per uno e così anche per le molle che eventualmente devi sostituire !
Buon lavoro !
:wink:

Robbye14
28th May 2015, 12:42
Grazie per il suggerimento,
mi accingo al smontare delicatamente il reperto storico e misurare bene col calibro diametro e spessore dei tamponi e molle.
Magari posterò i risultati delle misure e degli acquisti.

Qualsiasi suggerimento per acquisti, tipologia dei tamponi e varie dritte sono bene accetti !! :smile:

Grazie
Rob

fcoltrane
28th May 2015, 12:58
i pisoni pro per me rappresentano il top

algola
29th May 2015, 07:39
dovresti dirci se l'hai mai fatto un lavoro del genere oppure che tipo di esperienza hai.

i pisoni pro sono tamponi molto buoni, alla pari dei selmer (per me il top) ma il feltro è già di durezza media e precludono un'installazione abbastanza precisa. se non sei pratico dovresti orientarti su tamponi più morbidi tipo mypad sempre della pisoni.

ricordati di ordinare anche i sugheri (0,4 0,8 1,0 1,5) e i feltri
per le molle meglio orientarsi sulle mute + alcune molle più grosse.

tienici aggiornati, ti daremo tutte le indicazioni.

globe81
30th May 2015, 09:49
Oltre ai soliti pisoni io valuterei anche l'acquisto dei softpad di musicmedic......sono davvero eccellenti.....

algola
30th May 2015, 16:05
Oltre ai soliti pisoni io valuterei anche l'acquisto dei softpad di musicmedic......sono davvero eccellenti.....

softpad sono ancora meglio in caso di "non troppa esperienza" ma è da considerare il fatto che se si sbaglia una misura e ti serve un tampone in più (velocemente) devi aspettare 20 giorni per l'ordine... e ti costa un sacco di spedizione.

globe81
31st May 2015, 08:09
I softpad aiutano sì chi non ha molta esperienza ma anche aiuta in quei sax dove i camini non sono perfettamente piani ed hanno regolarità.
Per informazione i pad pisoni con consistenza morbida sono i WS112, informazione passata direttamente dalla pisoni tramite mail.

algola
31st May 2015, 15:46
I softpad aiutano sì chi non ha molta esperienza ma anche aiuta in quei sax dove i camini non sono perfettamente piani ed hanno regolarità.
Per informazione i pad pisoni con consistenza morbida sono i WS112, informazione passata direttamente dalla pisoni tramite mail.

i ws112 sono stati usati sul sax contralto grassi del 71 di mio padre e devo dire che non sono per niente male... anche la sensazione del pad morbido non da troppo fastidio

Robbye14
12th June 2015, 22:00
Grazie a tutti per i suggerimenti per gli acquisti.

Ho proceduto nel frattempo allo smontaggio e alla misura col calibro dei tamponi.
Verificato che sono incollati con ceralacca gialla e fatto ordine da Pisoni di tamponi WaterProof, ceralacca, 4 tipi di molle ad ago, 0,7 - 0,9 - 1,2 - 1,4 (avrei dovuto comprarne 9 per avere tutte le misure impiegate ma mi sembrava eccessivo...), 1 foglio di sughero da 0,4.
Ho preso anche la colla termofusibile per provare la differenza di resa.
A fine lavorazione potrò confermare le misure per un tenore Grassi del 1963.

Mi sono costruito una striscia LED (flessibile e sottile) e acquistato un po' di cacciaviti specifici oltre a quelli che avevo.
L'unica vite che non ne voleva sapere bloccava le sole due chiavi più grosse. Dopo molti tentativi (antiossidante, sidol, riscaldamento) è stato risolutivo un buon cacciavite e scaldare con un accendino le colonnine (iniziale e finale della linea) ripetutamente. Ma probabilmente i vari tentativi avevano concorso a allentarla.

Nel frattempo ho provveduto a un bagno di aceto di mele. Anche per motivi prettamente igienici (ho avuto una brutta influenza e una specie di allergia fulminante nei 3 mesi in cui sto riutilizzando il vecchio Grassi fermo da 25 anni). Ma anche per facilitare la pulizia approfindita del fusto che ho finito ieri.
Ho usato Sidol e stracci di vario spessore (fondamentale quello molto spesso per evitare punture con le molle appuntite). Nettapipe e cotton fioc che lavorano benissimo nei punti scomodi.
Così ho verificato bene anche la regolarità delle campane e reso più elastiche le molle senza più ruggine.
Ma anche trovato due difetti di fabbrica nell'interno del fusto (una goccia di piombo e la giuntura saldata leggermente storta).

Ora mi accingo a rimontare con calma e metodo.
Non ho esperienza di sostituzione tamponi ma ci tengo a apprenderla.
Sono un ingegnere eletronico, non meccanico. Non ho esperienza specifica nelle riparazioni di strumenti anche se all'epoca in cui suonavo mi regolavo lo strumento da solo (per forza.... i riparatori costano e non me lo potevo permettere).
Questo sax è stato un fedele compagno di avventure per tantissimo tempo e questo restauro è un atto di amore nei suoi confronti, Il tempo ce lo spendo volentieri.
Dal punto di vista commerciale farlo restaurare sarebbe stata una spesa insensata visto che è uno strumento che anche in ottimo stato non avrebbe soddisfatto le mie aspettative.
Nel frattempo mi sono fatto prestare uno Yamaha semipro e mi rendo conto che il mio vecchio Grassi non potrebbe competere neanche fosse nuovo di zecca.

Comunque ora sono davanti alla scelta tra ceralacca e colla termica.
Mi sembra di capire che la seconda si gestisce meglio perché fonde a temperatura più bassa e "riveste" meglio il tampone.

Ci sono vantaggi che non so sulla ceralacca?
Opterei per una buona pulizia anche dell'interno della chiave rimuovendo bene i vecchi residui di ceralacca e opacità varie. Esagero?
Che tecnica si usa per ammorbidire i tamponi e adattarli meglio alla chiusura? (ovviamente dopo avere ben regolato i giochi per il posizionamento delle chiavi)

Grazie davvero per il sostegno e l'incoraggiamento.
Alla fine del lavoro metterei volentieri da qualche parte le foto del lavoro in corso con le avvertenze d'uso.
Per ora ho messo qualche foto nel mio profilo FB, se volete vedere:
https://www.facebook.com/roberto.fasciani.7


Roberto

fabiorunner3
13th June 2015, 06:47
wow, complimenti ! Ora credo che il difficile sarà montarlo e settarlo...

algola
13th June 2015, 08:33
1 secondo la mia esperienza i sugheri vanno acquistati quasi tutti... vedrai alla fine se ordinarne altri al bisogno.

2 la ceralacca la si usa su strumenti nuovi dove il sistema "chiave - fusto - tampone" ha gioco "zero". nel tuo caso io userei invece la colla a caldo per regolare e compensare questo sistema. prima su ogni singola chiave, poi sul timing delle coppie.

3 per la regolazione dei tamponi se non l'hai mai visto fare a qualcuno non è così facile. ogni tecnico sviluppa la sua tecnica che alla fine deve portare alla chiusura perfetta della chiave. ti do uno spunto: siccome sei ing. puoi capire che sul il sistema di chiusura la il vettore di forza (che ne permette la chiusura) non è ortogonale alla superficie da chiudere ma sempre tangente ad un ipotetica circonferenza il cui centro è il perno della chiave. In questo sistema esiste però un punto in cui il vettore forza s troverà in posizione ortogonale per poi perdere questa ortogonalità subito dopo. questo punto deve essere ottimale per ciascuna chiave per permettere di avere in questo preciso punto la stessa pressione di chiusura.

buon lavoro! vedrai che ti divertirai.

Robbye14
11th July 2015, 18:05
Per concludere questo post vi riporto che ho finito di rimontare e ho provato con successo il sax rimontato.

Il risultato è stato superiore alle aspettative iniziali, mi sembra che lo strumento non abbia mai suonato così bene da quando lo possiedo ('79).
Il lavoro è stato lungo, di pazienza ma ben fattibile.
Lavorando con calma ho potuto superare qualche difficoltà con il tempo per decidere cosa fare.
Una vite bloccata, la colla da usare e la tecnica per dosarla, la registrazione delle chiavi multiple sono state le cose più difficili.
Non ho dovuto sostituire molle. Meglio così. Senza un incudine o una pinza non avrei saputo come appiattire la testa della molla.

Ho fatto un resoconto delle fasi della lavorazione, per ora l'ho messo in una pagina FB in attesa di miglior approdo.
Spero di fare cosa gradita e utile per chi vorrà prossimamente comentarsi nell'impresa.
https://www.facebook.com/pages/Restauro-Sax-Tenore-Grassi-del-1963/100839486931873?fref=ts

Grazie per i suggerimenti!
Roberto

gil68
11th July 2015, 18:55
Mooolto bene, sono contentissimo per te!
Spero che ora non dirai più che lo Yamaha é superiore...d'accordo, sono ottimi sax, fatti benissimo ed intonatissimi; però, sono convinto che il Grassi ha molto più fascino ed è più caldo nel suono...come del resto un pò tutti i vintage Italiani

il nero
13th July 2015, 17:37
L'unica cosa sulla quale non concordo è scaldare le colonnette:troppo facile allentare la saldatura a stagno che tiene la colonnetta ferma sul fusto...il tempo dirà se hai fatto bene o no. Complimenti comunque per essere riuscito a regolare le varie chiusure che non è un lavoro facile.
il nero:sax:

algola
14th July 2015, 07:52
bravo complimenti

Robbye14
14th July 2015, 10:40
Grazie!
Sulla questione del confronto Yamaha - Grassi sono aperto a tutti i suggerimenti....
Ho messo nella pagina FB un paio di video dove suono entrambi gli strumenti in modo da fare confronti.
https://www.facebook.com/pages/Restauro-Sax-Tenore-Grassi-del-1963/100839486931873

Dal confronto a me sembra che lo Yanaha abbia un suono (per ora) più caldo. Il mio Grassi appartiene a una serie iniziale forse meno curata delle tirature successive, ha un suono molto più "aperto". Meno gradevole, onestamente.
Tutto questo nei limiti delle capacità del suonatore..... altri più bravi di me magari riescono a ottenere un timbro migliore dallo stesso strumento.
Ditemi voi cosa ne pensate.
A me sembra di aver ripristinato il timbro che ha sempre avuto da quando l'ho comprato nel '79: molto "aperto", un po' troppo squillante e poco "cavernoso" come invece sarebbe più gradevole.
C'è qualche altro fattore che ptrebbe migliorare il timbro?

Adesso che il Grassi è ritornato operativo c'è molto da lavorare su altri fattori quali:
- durezza ancia - finora ho usato anche soft per riabituare il labbro con moderazione. Potrei salire di durezza e modificare il timbro.
- bocchino - standard Yamaha 3C. Merita provare altro?
- correzione intonazione/chiver/sughero chiver - per accordare il sax mi tocca allentare parecchio il bocchino, perdendo aderenza. O mi invento qualche modifica al chiver, o risughero il chiver consentendo una presa migliore anche se lo allento, o.... non so cosa altro inventarmi.
Qualcuno di questi fattori può incidere positivamente sul timbro dello strumento?

Qualche suggerimento su questi temi?

Grazie anticipate!
Roberto

Robbye14
14th July 2015, 11:07
L'unica cosa sulla quale non concordo è scaldare le colonnette:troppo facile allentare la saldatura a stagno che tiene la colonnetta ferma sul fusto...il tempo dirà se hai fatto bene o no. Complimenti comunque per essere riuscito a regolare le varie chiusure che non è un lavoro facile.
il nero:sax:

Ciao Nero,

sono solo in parte daccordo con quello che mi dici,
una colonnetta mi è stata saldata da un tecnico proprio un mesetto da prima di iniziare il restauro.
Ha usato una pasta speciale a base di argento, non semplice stagno (che ha un punto di fusione più basso e risente maggiormente del calore),

Sono daccordo che lo shock termico può daneggiare la saldatura (fratture), ma, se la saldatura è fatta a modino, ha molta superficie a contatto con entrambe le parti e dissipa a sufficienza. Comunque aggiungerò nel testo della pagina FB qualche nota in proposito e di mettere una pezzuola bagnata a protezione della saldatura come suggerito da Nicola.

nikoironsax
14th July 2015, 20:31
Ti suggerisco anche che se i problemi di intonazione sono tali da doverti far muovere il bocchino "troppo" dovresti controllare bene l'apertura delle chiavi...( previa una padronanza di emissione e controllo del,labbro che non comprometta l'intonazione, ma se sul Yamaha non ti succede...) registrando le altezze di tutte le chiavi per regolare tutte le note al meglio possibile...inoltre non sono molto d'accordo col tecnico che ti ha saldato ad argento una colonnina sul corpo...ma ormai...

il nero
14th July 2015, 20:57
Per quel che so sono pochissime le parti saldate ad alta temperatura e sono quelle che non si toccheranno mai,praticamente solo le "cuciture" longitudinali su fusto e campana,mentre la saldatura della campana al fusto è fatta a stagno proprio per consentire la facilità di distacco della stessa dal fusto,le colonnette sono saldate a stagno (saldatura tutt'altro che debole)...quindi bisogna proteggere le colonnette dal calore per evitare che,mentre suoni,ti possa ritrovare con pezzi caduti.Comunque anche se una colonnetta salta via non è un dramma,solo una seccatura che vale un'ora di lavoro per me incapace saldatore!
il nero

algola
15th July 2015, 00:08
la pasta SNAG (stagno argento) ha una percentuale di argento pari al 3%. E' più una questione di marketing che di "resa".

E' comoda perché contiene anche l'acido antiossidante ZnCl2, costa un botto. mai usata.

Bluesax
15th July 2015, 21:46
Ciao Robbye, il lavoro "meccanico" mi pare ben fatto, ma io non ne capisco un tubo. Mi lascia un po perplesso la regolazione delle varie chiavi, sentendo i video che hai messo su FB mi pare ci siano chiare difficoltà a livello di emissione, tibrica ecc... non sarebbe forse il caso di far provare il grassi a qualcuno un po più avanti dal punto di vista di controllo del suono e insieme a lui apportare eventuali modifiche? Spesso leggo post di gente che per passione e direi con passione, si cimenta nel fi da te, ma poi il lato pratico, suonare, è quasi messo in secondo piano. Un po come se io volessi fare il meccanico e non saper guidare. Forse sbaglio io, ma nel mio immaginario un riparatore è prima di tutto un buon/ottimo sassofonista. Ma magari sbaglio io, come detto, non ne capisco un tubo.

globe81
17th July 2015, 08:15
Ciao Robbye, il lavoro "meccanico" mi pare ben fatto, ma io non ne capisco un tubo. Mi lascia un po perplesso la regolazione delle varie chiavi, sentendo i video che hai messo su FB mi pare ci siano chiare difficoltà a livello di emissione, tibrica ecc... non sarebbe forse il caso di far provare il grassi a qualcuno un po più avanti dal punto di vista di controllo del suono e insieme a lui apportare eventuali modifiche? Spesso leggo post di gente che per passione e direi con passione, si cimenta nel fi da te, ma poi il lato pratico, suonare, è quasi messo in secondo piano. Un po come se io volessi fare il meccanico e non saper guidare. Forse sbaglio io, ma nel mio immaginario un riparatore è prima di tutto un buon/ottimo sassofonista. Ma magari sbaglio io, come detto, non ne capisco un tubo.

Come non quotarti.......
Spero anche che il video di regolazione delle chiavi della mano destra sia stato fatto ad inizio lavorazione. Si nota tantissimo che ogni chiave chiude per conto suo e per far chiudere il tampone bisogna agire con forza sul tasto. La chiusura dei tamponi deve essere perfetta senza far pressione a tasto chiuso.

Robbye14
17th July 2015, 21:02
Ciao a tutti e grazie per le risposte,

ho qualche risposta ai vs. post e alcune novità:
- tralascio le saldature perché non saprei trattare il tema, sono stato soddisfatto di aver fatto saldare una colonnetta e di aver risolto un problema.Sicuramente ne sapete più di me.
- il video era a inizio regolazione e doveva esssere "esagerato" perché si capisse il senso della ricerca della chiusura perfetta. Con due mani si lavora meglio.... l'altra aveva il cellulare in mano per il video. A regime la "sovrappressione" (quanto deve ancora chiudere la chiave dopo aver già chiuso quella collegata) era veramente minima. Soprattutto ho controllato tutto scrupolosamente con il Led a fine lavoro. Credo che ci sarà un po' di assestamento iniziale dopo qualche sessione di utilizzo, quindi, visti i giochi e gli spessori di cui parlavo, meriterà un coltrollo successivo.

- ho fatto provare il Grassi a un amico professionista, jazzista e arrangiatore molto preparato.
Dice che il restauro è buono e soprattutto ho sentito i suoni che ha saputo tirarci fuori e questo mi ha molto incoraggiato.
Mi ha suggerito alcuni punti in cui lavorare di sughero per evitare che le chiavi partano da posizioni eccessivaente aperte, fatto che in effetti influenza la timbrica e a cui non avevo posto la giusta attenzione.

Poi, certo, anche io dovrò fare una bella "revisione" per ritornare al controllo sull'emissione che avevo 25 anni fa...... così più che suonare "raglio..." ;-)
In questa fase cerco di concentrarmi sulla suonabilità del Grassi, vedrò di farlo testare ancora

Comunque mi ha anche dato la dritta di usare una cartina per sigarette come "spessore" per l'imbocco del chiver sul fusto che va lento.

Eventualmente farò così anche per accordare il sax e allontanare bocchino senza perdere la presa
(o avete qualche suggerimento migliore?)

Infine ho scoperto che il sax tenore Yamaha che mi hanno prestato è un mod. 62 comprato nuovo nel 1981. Insomma un sax professionale, non una chiavica qualsiasi.... suonato pochissimo per giunta. La meccanica infatti è tutta di un altro mondo rispetto al Grassi.

Ora proverò a correggere come detto sopra i sugheri.

Poi cambio ancia e cambio bocchino usando l'originale (4C) dello Yamaha.... Poi vi racconto.

Grazie ancora per i consigli.
Rob

globe81
18th July 2015, 07:44
A meno che tu non faccia ripassare l'innesto da un professionista di solito si usa il nastro di teflon (quello per le tubature dell'acqua per intenderci) si appunto per eliminare il gioco del chiver sia quello dell'imboccatura.....

gil68
18th July 2015, 18:40
Occhio solo che in giro, tra ferramenta ed altri negozi pressapoco dello stesso genere, si trova in vendita troppo teflon cinese...non vorrei che fosse tossico.

Il_dario
18th July 2015, 21:36
Piu di te ? Difficile ! :laughing::laughing::laughing:

Danyart
19th July 2015, 12:55
occhio che in giro ci sono troppi tossici, non vorrei che fossero cinesi
comunque guardate la nuova firma

Il_dario
19th July 2015, 13:38
:love: Danyart :love:

gil68
19th July 2015, 14:34
Allora compratevi il teflon che più vi aggrada, io non dico più nulla

Blue Train
20th July 2015, 10:46
io non dico più nulla
Giura!

gil68
20th July 2015, 21:54
Originariamente scritto da gil68
Allora compratevi il teflon che più vi aggrada, io non dico più nulla

Giura!
:facepalm:

algola
21st July 2015, 07:22
Se il chiver é lento il sax suona al 70% delle sue possibilità. Me ne sono accorto a mie spese sul sba, che apparentemente sembrava suonare bene ma non come altri sba... in fine era il chiver che era un filino lento, ma veramente poco. Marchi a Modena in 5 minuti me lo ha allargato con una boccole rettificata conica e del grasso. Puoi usare un allarga tubi tipo quello per marmitte, te lo dovrai costruire da solo. Il principio è l'applicazione é semplice.

Lascia stare il teflon o accorgimenti posticci.