PDA

Visualizza Versione Completa : Richiesta consigli su come sto studiando



Crine
9th March 2012, 18:24
Ciao, mi servirebbero dei consigli su come sto studiando.
Premesse:
Ho circa un ora di tempo al giorno (o poco piu’, diciamo 1h e 05’, abbastanza contingentata, in quanto per lo più mi alleno in pausa pranzo anzichè mangiare ;) ). Il sabato e la domenica suono 1h e 30’-1h e 45’.
Sono al livello circa di un terzo anno di conservatorio (di quello vecchio a 7 anni!!)
Ho quindi molte lacune (immagino tipiche, elasticità e padronanza del suono, intonazione, ma soprattutto mi pesa per lo STACCATO, sono ANNI che sono fermo a 92, a volte 96, comunque sempre meno di 100 bpm ai sedicesimi negli esercizi. E non miglioro!!! :muro(((( Tra l’altro è lunatico il mio staccato, a volte sembra andare liscio e magari pochi gg dopo sembra regredito...
Quindi, io ripartisco così il mio tempo a disposizione:
45’ minuti di tecnica, così ripartiti (dall’inizio, cronologicamente, sono molto metodico):
5’ di scale cromatiche
1’ di passaggio do#-sib bassi che trovo difficoltoso
10’ di sovracuti (con intonatore davanti ; metto dentro anche qualche passaggio con sovracuti inerente ai pezzi che vorrei fare)
5’ di note filate (con intonatore)
5’ in cui faccio il 3° esercizio delle articolazioni di Londeix a 92 di metronomo (in una tonalità per tutta la settimana, poi la cambio; quando la tonalità è minore, la faccio melodica e armonica)
5-6’ di note lunghe (con intonatore, da do centrale al do sovracuto ascendente e discendente; e dal do centrale al sib basso discendente e ascendente)
12’ in cui faccio gli esercizi 1A, 1B, 2A e 2B del Detaché (Londeix) a 92 di metronomo ai sedicesimi (mentre le suono cerco di dirmi mentalmente quali sono le tonalità e gli accidenti che hanno in chiave, così alleno anche un po’ la teoria :ghigno: )

Poi 15-20’ di pezzi
2 esercizi del ferling di solito, quello melodico e quello “tecnico” (quest’ultimo lo porto solo a circa la metà della velocità segnata, altrimenti lo dovrei fare per piu’ di un mese!). So che sono al di sopra del mio livello infatti (4°-5° anno in conservatorio)
Oppure, al posto del ferling, studi tecnici di Decouais, oppure(sempre di Decouais) un altro suo metodo di parti originali per violino.
Ultimamente solo 10’ di questi es sopra al gg, + altri 10’ al gg del pezzo (Jolivet!) che dovrei fare al saggio a giugno nella mia scuola (vado a lezione 1 v a settimana)
Il week end Jolivet lo aumento a 15-20 min e al tutto aggiungo 30’ gg di... Concerto in Mib magg di Glazunov (che vorrei fare a giugno 2013, mi porto avanti che è meglio, con demerrsemann ha funzionato!).
Sì perchè adoro la classica e voglio suonare quella!!

Secondo voi potrei ottimizzare meglio il tempo a mia disposizione, non so, facendo qualcos’altro al posto di qualcosa che faccio ora?

Grazie mille a tutti e scusate la lunghezza!

Crine

Placebo
9th March 2012, 20:11
ahahha... io sono un dilettante e non so suonare, ma leggendo ciò che hai scritto chiedo: sei un robot? Come diavolo fai ad essere così schematico e preciso nello studio? Io non resisterei una settimana.

Zeppellini Matteo
9th March 2012, 21:42
io studio circa 1 ora emmezza al giorno.. e sono al terzo anno di conservatorio..

Divido lo studio in 3 parti principali:
- note lunghe e filate (partendo dal p al f)
- scale, terze, quarte, arpeggi di tonica, dominante, ecc..
- gli esercizi del mulè che il mio prof mi da settimana per settimana...

non sono molto schematico ma così riesco a tenere sotto controllo quasi tutto..

Questo si riferisce a quando studio SOLO ed esclusivamente il contralto per la lezione in conservatorio..

Poi per gli altri generi dipende... ma in qualunque caso le scale e gli esercizi di tecnica solo fondamentali... soprattutto se usi più bocchini differenti.. io ne uso 3 diversi (1 per contralto e 2 per tenore).. bisogna abituarsi ad ognuno volta per volta..

Danyart
9th March 2012, 22:47
:shock:
non so come fai ad essere così metodico, francamente mi sembra estremamente eccessivo...a mio parere (A MIO), ci sono delle giornate dove si ha bisogno di concentrasi più su certe cose che altre...ad esempio, può cfapitare che devo cambiare l'ancia e prima di farne suonare una decentemente a volte ci metto anche un'ora...oppure a volte devo studiare dei pezzi e allora faccio meno esercizi tecnici e più sui pezzi, altre volte mi registro, altre volte faccio qualche minuto di passaggi tecnici difficili...in passato soprattutto, ma in certe giornate anche oggi, ho dedicato mesi a cercare di ottenere una sonorità che mi mi piacesse particolarmente e questa è la cosa che ancora oggi reputo più importante...
e poi c'è il fatto che secondo me è importante ricordarsi che non dobbiamo fare le macchine che suonano il sax ma suonare, magari con passione che non guasta...
ma è anche vero che non sono un esempio di correttezza nello studio...
comunque veramente complimenti per la tua osservanza...

davidedalpozzolo
10th March 2012, 01:54
Ciao Crine, mi pare che il metodo che ti sei dato sia ottimo per far rendere il tempo limitato che hai a disposizione. La determinazione, la costanza e la capacità di organizzazione sono doti preziose, soprattutto negli anni in cui si va a formare la tecnica di base.

L'unico appunto che mi sento di farti è sul fatto di studiare le note lunghe dopo le scale cromatiche, i passaggi sui bassi e sovracuti. Trovo che le note lunghe, come gli studi col bocchino o con il chiver o gli armonici convenga farli all'inizio della sessione di studio, con la muscolatura riposata e quella serenità psicologica che caratterizza l'inizio di tutte le cose, che ti permette di concentrarti profondamente nell'emissione e in tutti quei processi interni che la determinano.

Fin dall'inizio, grazie alle indicazioni del mio primo maestro, ho suddiviso lo studio dello strumento in tre macro-capitoli da affrontare nell'ordine: 1) - Emissione = Note lunghe, armonici, dinamiche, vibrato ma anche gli esercizi di respirazione e tutto ciò che serve per produrre il suono, compresa l'articolazione della lingua. 2) - Meccanismo = intervalli, scale, arpeggi e tutto quello che richiede pulizia e sincronismo delle dita e della meccanica dello strumento. 3) - Letteratura = i brani, il repertorio insomma e tutto ciò che serve per affrontare le difficoltà del pezzo in questione, un esempio su tutti: se sto studiando Cherokee prenderò il Bridge che è la sezione più difficile e lo studierò a parte suonandomelo in loop.

Se ci pensi questo è un percorso che inizia con un atteggiamento calmo e rilassato, completamente ripiegato sul proprio corpo e l'origine del suono, che va gradualmente ad esteriorizzarsi sulle difficoltà tecniche aumentando anche il grado di aggressività che c'è nella sfida di raggiungere un risultato.

Per lo staccato immagino tu intenda quello semplice. Dovresti provare con le quartine di sedicesimi usando uno staccato-legato piuttosto leggero sostenendo bene il flusso d'aria con questo schema: C-C-C-C_F-F-F-F_Bb-Bb-Bb-Bb_Eb-Eb-Eb-Eb_Ab-Ab-Ab-Ab...ecc., ti muovi verso l'alto e verso il basso dell'estensione usando il circolo delle quarte (suoni tutte le quarte giuste in successione), all'inizio rimani nella zona intermedia, poi ti spingi verso gli estremi di estensione dove lo staccato è più difficile. Poi provi con le terzine e le duine (i cambi di nota si fanno più rapidi) e infine con i singoli sedicesimi che producono i salti di quarta. A me è servito parecchio. Saluti!

mix
10th March 2012, 10:50
secondo me fai bene a farti un programma di studio (che vedo piuttosto completo anche)... tuttavia sarei meno rigido... il rischio , secondo me, è che tu perda più tempo a guardare l'orologio che non a suonare... che quell'orologio ti distragga... qundi ti direi: vai avanti così... ma con un po' più di elasticità (concordo con Danyart che a volte si ha bisogno di soffermarsi su qualche "osso duro")... ciao.

Crine
10th March 2012, 13:55
Grazie dei consigli. E' sempre utile confrontarsi con le esperienze altrui, soprattutto con chi ne ha di piu'. In effetti è vero che a volte rischio di essere troppo schematico. Quel che dici, Danyart, mi ha colpito molto

:shock:
ho dedicato mesi a cercare di ottenere una sonorità che mi mi piacesse particolarmente e questa è la cosa che ancora oggi reputo più importante...
e poi c'è il fatto che secondo me è importante ricordarsi che non dobbiamo fare le macchine che suonano il sax ma suonare, magari con passione che non guasta....


ho suddiviso lo studio dello strumento in tre macro-capitoli da affrontare nell'ordine: 1) - Emissione = Note lunghe, armonici, dinamiche, vibrato ma anche gli esercizi di respirazione e tutto ciò che serve per produrre il suono, compresa l'articolazione della lingua. 2) - Meccanismo = intervalli, scale, arpeggi e tutto quello che richiede pulizia e sincronismo delle dita e della meccanica dello strumento. 3) - Letteratura = i brani, il repertorio insomma e tutto ciò che serve per affrontare le difficoltà del pezzo in questione
Grazie Davide, credo che modificherò la "scaletta" del mio studio tenendo presente quanto sopra. Proverò inoltre a mettere in cantiere quell'esercizio che dici sullo staccato... cercherò di farcelo stare dentro :lol: Grazie! :saxxxx)))

re minore
10th March 2012, 14:35
Pur studiando nel merito cose un po' diverse, condivido il metodo. Secondo vale la pena programmare con precisione il proprio studio, si evita di perdere tempo.

Io il lunedi' (perche' e' di lunedi' che ho lezione) quando torno a casa la sera mi programmo tutto il lavoro della settimana.

Ad esempio questa settimana ho programmato un'ora martedi', mercoledi' e giovedi', niente il venerdi', due ore sabato e tre domenica, il totale fa 8 ore ovvero 480 minuti.

Questi 480' li suddivido a seconda di quello che devo fare, ad esempio 90' di cocker, 90' di niehaus, 60' la carota di ipanema, 60' All of Me, 60' They can't take that away from me, 60' All the things you are, 60' Autumn leaves.

Ogni volta che ho mezz'ora libera prendo il sax e faccio una di queste cose, che poi spunto... alla fine della settimana cerco di aver spuntato tutto e di solito ci riesco.

I vantaggi sono: avere un obiettivo preciso ed evitare di perdere tempo con "cosa faccio adesso?". Tutto questo mi costa 10 minuti di tempo il lunedi'.... seconde me conviene! :smile:

L'emissione non la considero perche', di solito, la faccio "in piu'" rispetto a quanto programmato, un quarto d'ora al giorno prima di andare a nanna.

fcoltrane
10th March 2012, 15:08
consigli su come programmare lo studio non mi sento in grado di dartene.
desidero invece sottoporti alcuni spunti problematici.
nella distribuzione del tempo leggo che dedichi addirittura 10 minuti allo studio dei sovracuti.
considera che uno studio dedicato a questo argomento può causare irrigidimenti e interferenze sulla corretta respirazione.
in pratica il rischio è di riuscire a produrre i suoni ma imparando a controllare il morso.
anche l'utilizzo dell'intonatore distoglie la tua attenzione su quelli che sono gli aspetti più rilevanti del suono.
in pratica impari a guardare l'intonatore e a regolare morso ed emissione su questo, senza più considerare tutti gli altri elementi del suono .
lo studio degli armonici è l'esatto contrario : dall'omogeneità del timbro del volume della saturazione del suono e dalla capacita di emettere un suono fermo si arriva a capire quale è la corretta emissione.
discorso analogo per lo studio dei passaggi difficili del registro basso (analogo nel senso che il rischio è di imparare a cedere con il morso ma causando irrigidimenti che interferiscono con la corretta respirazione)

Chopin75
10th March 2012, 15:20
che posso dire veramente una gran costanza ed impegno, non posso dirti nulla in piu di quello gia detto dagli altri, comunque ti faccio ancora i complimenti per l'impegno

Crine
11th March 2012, 14:13
anche l'utilizzo dell'intonatore distoglie la tua attenzione su quelli che sono gli aspetti più rilevanti del suono.
in pratica impari a guardare l'intonatore e a regolare morso ed emissione su questo, senza più considerare tutti gli altri elementi del suono .
lo studio degli armonici è l'esatto contrario : dall'omogeneità del timbro del volume della saturazione del suono e dalla capacita di emettere un suono fermo si arriva a capire quale è la corretta emissione.

Interessante, ci starò attento, grazie!

davidedalpozzolo
11th March 2012, 22:33
Anni fa in big band avevamo l'abitudine di usare l'accordatore per accordarci ma a tenerlo e guardarlo non era chi doveva accordare ma un altro di noi... "Sei calante... ancora... adesso sei un po' crescente... " In questo modo chi doveva accordare pensava solo a suonare varie note lunghe nel modo più naturale possibile senza lasciarsi condizionare nell'immediato dall'aggeggio elettronico. Ne venivano fuori delle belle :???: , certe volte addirittura: "Guarda... non so cosa dirti...!", quando c'erano parecchi problemi di intonazione relativa.

Alessandro_8
12th March 2012, 00:42
Comunque avere problemi con lo staccato e con il passaggio alle note gravi non è da terzo anno al conservatorio ;)
io sono al secondo anno e suono solo il contralto ma non ho problemi sullo staccato e comunque migliora sempre e poi le note gravi escono benissimo :cool: comunque io studio 6 ore alla settimana senza intoppi e faccio le scale,gli arpeggi, il libro con le formule di studio, il mule e il klosè e avanzo un pò per ogni libro (ad es due righi x volta) ma almeno ho sempre tutto sotto controllo :saxxxx)))

Crine
12th March 2012, 11:14
Non è che abbia particolari problemi sulle note basse, è lo staccato che è lento, se l'hai già veloce beato te, io devo lavorarci molto. Che sono al livello circa di terzo anno lo so perchè me lo ha detto il mio insegnante, che insegna in conservatorio :)
Certo che 6 ore a settimana è poco, se riesci a fare il conservatorio studiando solo 6 ore sei particolarmente dotato o studi particolarmente bene

Fandanguita
12th October 2012, 23:15
Per un terzo corso Jolivet magari sì, ma prima di Glazunov prova con l'aria di Ibert, quella di Bozza, Andante et allegro di Chailleux

Crine
15th October 2012, 10:05
Sì, in effetti anche ora (che diciamo sarei al livello di 4°anno su 7), e Jolivet e le aria di Bozza e Ibert le ho fatte (andante et allegro no) mi son reo conto, ,migliorando, che Glazunov è troppo bello per sprecarlo. Sì sarei in grado di farlo in qualche modo, le note non sono un grosso problema, ma farlo bene è un'altra cosa, e io voglio farlo bene. Perchè è un concerto, è poesia

drunk rabbit
17th October 2012, 09:53
Perchè è un concerto, è poesia
Passione e romanticismo per lo strumento racchiuse in poche parole.

Mi aggiungo alla lista, anche io "seguo" uno schema (con tanto di tabella su cui segno i progressi). Il seguo è virgolettato perchè, ogni giorno vado a sentimento, cioè, ieri avevo voglia di cromatiche, diatoniche, arpeggi (insomma, più esercizi di tecnica che il M° mi ha dato da fare)... Oggi, invece mi và di fare brani (nessuno in particolare, apro il JazzBook VI a caso, solfeggio un paio di volte e poi suono).

Unico punto fisso in ogni sessione, 5-10' di note lunghe/legate/staccate/puntate per "scaldare" lo strumento.