Visualizza Versione Completa : Evoluzione dei sassofonisti nella storia del jazz
luca1971
31st July 2012, 23:57
Ciao a tutti c'e' qualcuno che mi puo' dire dove posso trovare indicazioni su quanto scritto nell'oggetto dell'email?
Mi spiego meglio mi potete indicare la cronologia dei sassofonisti dagli inizii del jazz ai giorni nostri?
Mi rendo conto che non sara' semplice ma confido nelle vostre conoscenze
Grazie
:saxxxx)))
zulusax
1st August 2012, 22:53
La tua è una domanda facile e difficile allo stesso tempo, perchè i sassofonisti che hanno caratterizzato la storia del jazz, sono davvero tanti.
Se vogliamo iniziare dall'inzio, direi che il sassofonista riconosciuto unanìmamente come il primo grande solista di jazz, sia Coleman Hawkins, veniva chiamato "The King", l'altro grande, dal suono completamente diverso, è stato Lester Young, chiamato "The Pres".
Hawkins aveva un suono potente, sontuoso aggiungeva, mentre Lester Young, suonava in scioltezza, togliendo, personaggio dalla personalità complessa.
Chiunque si voglia avvicinare alla storia del sax nel jazz, direi che debba iniziare da questi due grandi musicisti. che hanno influenzato tutti quelli venuti dopo.
Subito dopo metterei Ben Webster, grandissimo nelle ballads e dal suono inconfondibile, ha suonato molti anni nell'orchestra di Duke Ellington.
Per quanto riguarda il sax contralto, c'è stato un certo Charlie Parker, che ha inventato il be-bop e che purtroppo si è distrutto, come molti altri, con l'uso della droga.
In anni più recenti, '50-'60 i grandi innovatori sono stati Sonny Rollins e John Coltrane, in mezzo e dopo ci sono tantissimi altri musicisti, ed ognuno hai i suoi favoriti naturalmente.
Io consiglierei a chiunque si voglia avvicnare al jazz, di inizare da questi.
Ciao.
Marco Bertozzi
1st August 2012, 23:20
Luca ha Maceo Parker in avatar, e forse alla lista - perfetta - di zulusax andrebbe aggiunto qualche altro contraltista.
Prima di Parker, il trono di miglior contraltista venne strappato a Benny Carter da Johnny Hodges, il cui sound inconfondibile ha contribuito non poco al successo dell'orchestra di Duke Ellington: quando all'orchestra si unì anche Ben Webster, questi - che ancora risentiva dell'inevitabile influenza di Coleman Hawkins - venne "contagiato" da Hodges.
Dopo di Parker, c'era - e ancora c'è - un ometto di nome Ornette Coleman, che con un saxofonino (alto) di plastica ha rivoluzionato il modo di concepire il jazz e la musica tutta, e pare non si sia ancora stancato. Chi invece ci ha lasciato in anticipo è Eric Dolphy, anche lui un antesignano del free, ma con una temperie un po' diversa.
IMHO questi sono imprescindibili.
Marco
zulusax
1st August 2012, 23:31
Hai ragione Marco, forse la preferenza di Luca và al sax alto, pienamente d'accordo su Benny Carter e Johnny Hodges, altro musicista dal suono inconfondibile, i suoi dischi con Duke Ellington, sono imprescindibili, ed anche quelli in compagnia di Ben Webster, così come quelli fatti con Gerry Mulligan.
Ci metterei anche Lee Konitz e Paul Desmond, pure loro unici.
Poi a me personalmente piacciono molto anche Art Pepper e Phil Woods.
Per la modernità il grande Eric Dolphy, ottimo anche al flauto ed al clarinetto basso e poi il grande Ornette Coleman, tuttora in attività.
Danyart
28th September 2012, 14:52
non capisco, quale domanda??
zulusax
28th September 2012, 18:12
Hai ragione Danyart,
credo si sia perso qualche messaggio iniziale, se ricordo bene, un utente chiedeva a quali musicisti fare riferimento per avvicnarsi allla musica jazz.
Alessio Beatrice
28th September 2012, 20:56
Strano, manca la domanda. :BHO:
Isaak76
28th September 2012, 21:50
Problema sistemato ;)
Beefcake
28th September 2012, 23:34
Vedi, su questo forum avevan già risposto alla domanda prima che venisse forumulata :lol: :lol: :lol:
zkalima
29th September 2012, 02:18
Veramente il nickname di Hawkins era "Bean", fagiolo, "The King" era un trombettista; Joe Oliver, conosciuto (e troppo spesso dimenticato) come King Oliver, a cui molti attribuiscono "l'invenzione" del jazz.
Occorrerebbe anche dire che il soprannome "Prez" di Lester Young era il diminutivo di President, secondo l'affermazione di Billie Holiday che lo chiamò "il presidente dei saxofonisti".
E non dimentichiamoci che il primo saxofonista jazz che ha raggiunto un enorme successo presso un grande pubblico suonava il soprano ed era della generazione prima di Young e Hawkins, era Sidney Bechet.
Io non sono molto d'accordo su queste sintesi troppo stringate dei saxofonisti che hanno fatto il jazz, credo che sia un impegno dovuto cercare, assimilare prima con l'ascolto e leggere, avvicinarsi in modo più ampio alla storia del jazz, altrimenti si rischia di crearsi dei clichet mentali troppo semplici, perdendo la dimensione più ampia di questa musica che esprimeva un mondo vasto e complesso di vita e di persone.
E' il mio punto di vista.
Comunque un libro per cominciare, non troppo specialistico e non ghettizzato sul saxofono, è "Il Jazz" di Arrigo Polillo, è un'introduzione generale al mondo del jazz e ai suoi musicisti, scritto per un pubblico di non specialisti, ma scritto con grande passione e amore, oltre alla competenza.
Poi in tutti questi anni sono usciti libri che approfondiscono molto di più, ci sono molte biografie, molto materiale, ma se l'interesse è avere una visione generale che non mortifichi troppo la vastità di quel mondo, il libro di Polillo va benissimo.
gene
29th September 2012, 09:46
Sintetizzando al massimo la difficile domanda .......
Coleman Hawkins ____ Charlie Parker ____ John Coltrane _____ M. Brecker
Attenzione !!! Non si confondano gli "innovatori" con gli strumentisti ..........
John Coltrane è un innovatore del linguaggio sassofonistico (sia tecnico che armonico), Sonnìy Rollins è un fenomenale strumentista, lo stesso dicasi per gli altri sassofonisti citati.
Come dice Zkalima , il libro di Polillo è un "must", leggilo ......
zulusax
29th September 2012, 10:49
Pienamente d'accordo con la scelta del libro di Polillo, che dà un idea generale, poi ce ne son moltissimi altri e specifici su singoli musicisti e sono d'accordo anche con Zkalima che non siano utili le sintesi stringate, però tanto per dare un idea di massima a chi si vuole avvicinare alla musica jazz, d'accordo anche con il suggerimento su Sidney Bechet.
Non sono d'accordo invece con Gene, relativamente a Sonny Rollins, attualmente Rollins è un grande strumentista, ma in passato, è stato anche un grande innovatore, con frequenti ripensamenti, ritiri, ritorni, cambi di stile, studi continui, ed ha influenzato anche Coltrane, visto che è arrivato poco prima, ma questa ovviamente è la mia opinione.
zkalima
29th September 2012, 11:37
Rollins è un padre del jazz, citare un sideman come Brecker vicino a Coltrane e considerare Sonny uno strumentista... vabbè non facciamo le solite polemiche :evil: .
In ogni caso se si indicano a qualcuno degli innovatori sarebbe opportuno renderlo edotto di ciò di cui sono stati innovatori, altrimenti, come spesso succede, si prendono gli innovatori per una regola, cosa che non corrisponde alla realtà.
Parlare di jazz significa parlare di un mondo, non sarebbe male aprire un 3d permanente che raccolga aneddoti brevi che ognuno ha raccolto, in prima persona (meglio) o ha letto o sentito nel corso della sua esperienza, che raccontino l'umanità dei musicisti, dei produttori, degli artisti e mecenati che hanno contribuito a produrre questa musica, in questo modo si avrebbe la percezione di quanto le classifiche siano inutili e fuorvianti, conoscere la personalità di musicisti apparentemente minori aiuta a penetrare meglio la loro musica e capire quanto colossi riconosciuti ne avessero stima e devozione e non si sentissero assolutamente superiori a loro.
tzadik
29th September 2012, 12:36
Brecker ha evoluto il linguaggio sassofonisti tanto quanto ha fatto Coltrane... ovviamente in periodo storico diverso.
Coltrane aveva radici nel bebop.
Brecker aveva radici nel jazz modale o in generale nei sassofonisti diventati famosi negli anni '60.
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Per quanto riguarda i tenoristi a cavallo tra anni '40 e '50... avete dimenticato Don Byas!!!
zulusax
29th September 2012, 12:56
Francamente mettere Brecker, vicino a Coltrane e a Rollins, mi sembra eccessivo, pur con tutto il rispetto per Brecher.
Pienamente d'accordo su Don Byas, tra i miei preferiti, ce ne sono, comunque tantissimi altri da Chu Berry a Bud Johnson a Dexter Gordon, che ha influenzato il primo Coltrane, a Zoot Sims a Paul Gonsalves, il bello di questa musica è la varietà, ed ognuno può trovare le voci che preferisce, l'importante è non fermarsi mai, ma essere curiosi di scoprire sempre qualcosa di nuovo, anche proveniente dal passato.
gene
29th September 2012, 14:23
IL TEMA E':
Evoluzione dei sassofonisti nella storia del jazz
Mettiamoci daccordo sul significato della parola EVOLUZIONE .....
Se per evoluzione, si intende chi abbia "innovato" il linguaggio sassofonistico, sia in termini tecnico/strumentali che armonici, anche in termini temporali, secondo me quella è (al massimo della sintesi) la linea retta.
Se parliamo di grandi strumentisti ... ognuno metterà nell'olimpo chi crede ...... che Rollins sia nell'olimpo del sassofonismo mondiale, non ci piove .....
ps. ho sempre ammirato Wayne Shorter, per tutto quello che ha fatto, musicalmente, nel corso della sua lunga carriera ..... se devo pensare ad un grande penso sempre a lui, ma se devo tracciare una linea con 4 nomi, per me, quelli sono .....
tzadik
29th September 2012, 14:29
Mettiamoci daccordo sul significato della parola EVOLUZIONE .....
Se per evoluzione, si intende chi abbia "innovato" il linguaggio sassofonistico, sia in termini tecnico/strumentali che armonici, anche in termini temporali, secondo me quella è (al massimo della sintesi) la linea retta.Questa è la definizione più razionale di evoluzione. :zizizi))
zulusax
29th September 2012, 22:11
Che si voglia considerare Michael Brecher, più innovativo di Sonny Rollins, mi sembra una grossa assurdità e parlo del Sonnny Rollins del passato ovviamente, adesso è un grande strumentista, che non ha più niente da dimostrare, ha già detto tutto, ma in passato ha condizionato il suono del sax, non è un caso che tutti, dopo Rollins e Coltrane, abbiano cercato di suonare come loro.
Se Brecher è un grande innovatore, allora lo sono anche Bob Mintzer, Bob Berg e molti altri, questa è la mia opinione, ma rispetto quella di chi la pensa diversamente, però la storia del jazz, parla chiaro.
tzadik
29th September 2012, 22:23
Vabbè...
zulusax
29th September 2012, 23:07
Sono un vecchio collezionista e quindi ti posso dire che ho tutto quello che ho trovato di Coltrane, Rollins e molti, forse non tutti, di Brecher, la mia conclusione è questa.
Forse chi non giudica innovativo Rollins, non ha sentito tutto quello che ha inciso, iniziando dalla collaborazione con Miles Davis, quella con Thelonious Monk e poi tutta la sua produzione, i suoi ritiri ed i suoi ritorni, sempre spinto dal desiderio di cambiare, ogni tanto spariva, non soddisfatto del proprio suono, pur essendo da tutti riconosciuto il numero uno e poi tornava, dopo tanto tempo con motivazioni superiori.
E' famoso uno dei suoi ritiri, quando se ne andava tutti i giorni ad esrcitarsi sotto il ponte, nel passaggio pedonale, per non disturbare i vicini di casa, lui abitava a New York, vicino alle torri gemelle e rimaneva lì delle giornate intere e poi al suo ritorno ha inciso uno dei suoi capolavori. dal titolo appunto: "The Bridge".
Metto sotto un pò di filmati, per chi avesse voglia di sentire Rollins in diverse epoche, se questo non è un musicista innovativo, sempre pronto a rimettersi in gioco, che altro avrebbe dovuto fare.
http://youtu.be/f7uuCV4GdCo
Con il Modern Jazz Quartet nel 1953
http://youtu.be/mPU8vISWg1o
"Saint Thomas" dal disco "Saxophone Colossus" del 1956
http://youtu.be/W08ZfQClC0A
dal disco "Way Out West" del 1957
http://youtu.be/U-AjDQzgW_I
The Freedom suite del 1958 in trio
http://youtu.be/6JJqnlyQaQc
dal disco del suo rientro "The Bridge" del 1962
http://youtu.be/Qv2r0voOGS4
In questo concerto in un parco del 1986, ad un certo punto salta dalla postazione su cui stà suonando, mette male il piede, cade, si rompe il piede, dopo una breve pausa, rioporende a suonare coricato a terra, però non si vede in questo filmato, ci vuole il DVD del concerto intero.
zkalima
30th September 2012, 01:54
1/ Brecker ha evoluto la tecnica, soprattutto la tecnica didattica che è diventata accademica, come la sua musica è assolutamente accademica, ma mi è scappato, volevo evitare l'ennesima polemica su Brecker.
2/ Neanche il più oscurantista darwiniano considera l'evoluzione una linea retta, l'evoluzione è qualcosa di organico che interagisce con l'ambiente in cui accade, secondo tempi che sono regolati da eventi non ripetitivi, ma accidentali, e cresce secondo i modi della sua natura.
Infatti si possono trovare relazioni precise tra il primo blues e la condizione dei neri in schiavitù, del mondo di New Orleans e Chicago con la grande depressione e la crescita delle città, così via fino alle rivolte urbane e al free, dopo il passaggio più significativo è dalla tecnologia analogica a quella digitale nella didattica musicale.
In ogni caso trasformare questa discussione in una classifica è sbagliato, al di là dei gusti personali che ci portano a mettere ai primi posti quelli che ci piaciono di più, la richiesta iniziale era diretta a capire quale fosse l'evoluzione di un linguaggio e io credo che per questo si debba vedere il jazz nel suo insieme, anche perchè è difficile capire un'evoluzione senza capirne il significato.
Nessuno ha citato Stan Getz ad esempio, perchè stan Getz va visto nel suo contesto, come Don Byas o Coltrane, almeno fintanto che nel jazz ci sono stati contesti diversi, (i texani, la west coast, Chicago, New York), e non un modo globalizzato e indistinto di periti musicisti a cui lascio volentieri il primato a Brecker, ma che esce completamente dal mondo che ha prodotto il jazz nelle sue forme più significative anche dal punto di vista sociale, cioè dalle origini di New Orleans al free jazz.
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