PDA

Visualizza Versione Completa : Una routine per il jazz



15th April 2010, 21:09
Ciao a tutti. Non so se il titolo sia giusto, quello che volevo sottoporvi e avere da voi dei feedback è la mia routine giornaliera che ho improntato all'improvvisazione jazz essendo questo il mio obiettivo. Definirei il mio livello intermedio.

Allora, cerco di suonare circa due ore al giorno (eccetto la domenica) ripartite in questo modo:

15' note lunghe e armonici (Liebman)
15' Zinn (intervalli arpeggi e scale)
15' Patterns for Jazz di Coker
15' altri pattern in tutte le tonalitÃ*
15' Londeix (la parte tecnica)
15' Pattern Oliver Nelson (tutte le ton)
15' Un pattern di coltrane (tutte le ton)
30' un pezzo di Parker con band in a box

Vi chiedo:
1) un parere sulla mia routine
2) quale testo classico mi può aiutare a migliorare la tecnica e allo stesso tempo consentirmi di "dare una ripassata" alle articolazioni in tutte le tonalitÃ*? intendo qualcosa che rmanga memorizzato nelle dita e che mi aiuti al momento dell'improvvisazione..non so se mi sono spiegato :BHO: tenete presente che i Salviani li ho fatti tutti fino al IV
3) aggiungereste anche il Niehaus "Jazz conception for sax" livello avanzato? può servire a "memorizzare" l'articolazione e gli schemi armonici?

Grazie a tutti!

Ctrl_alt_canc
15th April 2010, 21:11
porca vacca,ti ammazzi di pattern :doh!:

15th April 2010, 21:12
aggiungo ovviamente, in alternativa a biab, aebersold...

KoKo
15th April 2010, 21:15
io studio 1/1000 di te =) cmq se vuoi un consiglio piu' che i libri sui pattern, suonati cosi' avulsi da un contesto sarebbe piu' utile che tu tirassi giu' delle frasi che ti piacciono da assoli di musicisti, in particolare le frasi sui II V I.
La impari a memoria e poi la trasporti in tutte le tonalitÃ*, senza leggere o scrivere niente.

Per il resto, il brano a cui dedichi 30' prova a suonarlo senza la base. metti il metronomo sul 2 e 4 e studiaci su, iniziando da brani semplici.

docmax
15th April 2010, 22:40
Ogni volta che leggo questi programmi mi sento male. ;) Ma non sono invidioso :bugia: .
Vi seguo e prendo spunto, per quello che posso, cercando di rifare (sempre chiuso nel mio amato antibagno) quel che consigliate.
Non posso che ammirare chi ha la possibilitÃ* di studiare tanto e suonare tanto jazz, vi faccio i complimenti invitandovi a non mollare e mi auguro che tanti sforzi possano trovare soddisfazioni adeguate.

maurisax
16th April 2010, 00:23
io studio 1/1000 di te =) cmq se vuoi un consiglio piu' che i libri sui pattern, suonati cosi' avulsi da un contesto sarebbe piu' utile che tu tirassi giu' delle frasi che ti piacciono da assoli di musicisti, in particolare le frasi sui II V I.
La impari a memoria e poi la trasporti in tutte le tonalitÃ*, senza leggere o scrivere niente.

Per il resto, il brano a cui dedichi 30' prova a suonarlo senza la base. metti il metronomo sul 2 e 4 e studiaci su, iniziando da brani semplici.

io faccio esattamente così, poichè mi sono accorto che mi aiuta molto di più di tutto il resto; in più improvviso sugli accordi coronati di uno standard ;)

JazzClimber
17th April 2010, 18:17
ehi man ascolta i soli dei masters e piglia le frasi, ascolta cosa fanno! staccati dall'esercitazione classica!
detto da jim snidero

meno leggi meglio è! e non scriverti i soli , prima imparali! dopo li scrivi.
detto da flavio Boltro

lucaB
19th April 2010, 11:49
secondo me devi prevedere del tempo per studiare anche brani lenti (oserei dire che charlie parker non è lento), fanno molto per il suono, l'interpretazione, il feeling, molto più che suonare a 250 di metronomo (IMHO). E poi ogni quanti giorni inserisci un nuovo brano? Ogni quanto tempo cambi patterns? Non è previsto nessun momento dedicato all'ear training, perchè? Non è previsto del lavoro volto a risolvere le proprie debolezze, why? Ma soprattutto, non è previsto un momento in cui improvvisi, almeno 10 minuti di improvvisazione li devi inserire (rigorosamente su accompagnamento) secondo me.

Detto questo, secondo me, il libro conta poco (nel senso che vanno bene quelli che hai, ma se vuoi aggiungici quelli di Ricker). Quello che trovo molto utile è studiare i pattern su un accompagnamento (prendi assolutamente il volume 21 Getting It All Together, Aebersold)
Suonare il pattern su un accompagnamento batte il metronomo su tutti i fronti e ti obbligherÃ* a trovare delle astuzie che il metronomo mai sarebbe in grado di suggerirti

19th April 2010, 22:08
secondo me devi prevedere del tempo per studiare anche brani lenti (oserei dire che charlie parker non è lento), fanno molto per il suono, l'interpretazione, il feeling, molto più che suonare a 250 di metronomo (IMHO).

ti riferisci allo studio si soli più lenti?


E poi ogni quanti giorni inserisci un nuovo brano? Ogni quanto tempo cambi patterns? Non è previsto nessun momento dedicato all'ear training, perchè? Non è previsto del lavoro volto a risolvere le proprie debolezze, why?

nuovo brano..il problema è che ne suono tre o quattro ogni volta e ci improvviso su, forse dovrei sceglierne uno e lavorarci come si deve..ma come si lavora, fare arpeggi o scale è noioso, lo so giÃ* fare...
faccio un pattern al giorno..lavoro sulle debolezze, sì ma è difficile: esempio, sto suonando sul fishman i soli e mi registro ogni volta. mi è chiaro che la mia articolazione è ancora un po' rugginosa ma non è che sia facile dare gli accenti come si deve..come fare?


Ma soprattutto, non è previsto un momento in cui improvvisi, almeno 10 minuti di improvvisazione li devi inserire (rigorosamente su accompagnamento) secondo me.

come ho scritto, giÃ* lo faccio ma forse lo faccio male


Detto questo, secondo me, il libro conta poco (nel senso che vanno bene quelli che hai, ma se vuoi aggiungici quelli di Ricker). Quello che trovo molto utile è studiare i pattern su un accompagnamento (prendi assolutamente il volume 21 Getting It All Together, Aebersold)
Suonare il pattern su un accompagnamento batte il metronomo su tutti i fronti e ti obbligherÃ* a trovare delle astuzie che il metronomo mai sarebbe in grado di suggerirti

sì, questo lo faccio

lucaB
20th April 2010, 10:30
ciao mistersax! sì secondo me è bene prevedere lo studio/ripasso di un pezzo lento. Coker consiglia di collocarlo all'inizio della sessione di studio, subito dopo il riscaldamento.
Mi sembra di capire che senti di non sfruttare al massimo il tuo tempo di studio. Sicuramente lavorare sui punti deboli è la cosa migliore da fare per riempire meglio il tempo.
Da dove iniziare? Se pensi che il fraseggio (articolazioni) sia un "problema" comincia da lì!

Io suono il sax da poco, ma nella mia breve esperienza ti posso dire che suonare sopra il disco é sicuramente più produttivo (e gratificante) che suonare su un playalong (a meno che non stai improvvisando sull'accompagnamento del playalong, io non sono capace). Ti consiglio di comprare delle trascrizioni adatte al tuo livello.

Io faccio così:
- prendo la trascrizione (o trascrivo io se ho tempo/voglia)
- la imparo
- poi la suono sul disco
- quando mi sembra di essere arrivato a un buon livello di fluiditÃ* mi registro.
- mi riascolto per sentire se faccio esattamente le stesse cose che fa il disco, spesso scopro di avere ignorato accenti, cambi di dinamiche, aver perso il tempo su alcune note, ...
- Dopodiché, quando ho imparato "bene" il brano, estraggo dei pattern che poi aggiungerò ai canonici del coker/nelson/ricker/rascher. Quali estrarre? Io ho notato, dopo aver trascritto due soli di Sonny Stitt (solo due! magari mi è andata bene), che alcune delle idee che suona si ripetono anche in altri pezzi (dopo averli imparati a suonare li riconosci quando li senti da altre parti), beh comincio a estrarre quelli!

Ricapitolando, secondo me, potresti:
- aggiungere lo studio di brani lenti, con lenti intendo privi (o quasi privi) di passaggi continui a 250 di metronomo (vedi quei "fetentoni" dei bepoppari) e cambi di accordo ogni due beat. Brani dove conta il suono, il sentimento, il gusto. Il che non vuol dire per forza su tempi lenti, per esempio la bossa nova secondo me è adatta a questo tipo di studio. Diciamo brani con meno note!
- concentrati sulle debolezze, una catena è tanto forte quanto il suo anello più debole [cit.]
- "dimentica" i brani feticci dei libri playalong e venera come divinitÃ* i dischi (detto questo considero i libri di snidero e mintzer molto utili, ma secondo me non devono rappresentare la parte preponderante dello studio)

perdona la lunghezza, spero tu riesca ad estrarre la tua formula personale da quello che ho detto

20th April 2010, 13:47
- "dimentica" i brani feticci dei libri playalong e venera come divinitÃ* i dischi

:lol:
grazie davvero, terrò presente!
:zizizi))

lucaB
20th April 2010, 14:08
sì volevo scrivere posticci :D altrimenti non ha senso quello che ho detto :D