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Discussione: mombu

  1. #1

    mombu

    Mombu è un nuovo progetto di Luca T. Mai e Antonio Zitarelli rispettivamente sax negli ZU e Batteria nei Neo che dopo la collaborazione nel progetto udus decidono di ridurre all'osso l'organico per cimentarsi in un progetto che vuole trattare soluzioni musicali di matrice africana e mescolarle con la violenza sonora cara ad entrambe.
    il risultato è una musica grassa torrentuosa con ritmiche magiche -ipnotiche , barriti da rituale voodoo ed uscite di rigore africano (ostinati- unisoni) il tutto con una chiave di lettura prettamente dettata dall'esperienza musicale di entrambi.

    http://www.myspace.com/557146317

  2. #2

    Re: mombu

    Grande energia come sempre. Non si riesce a credere: in due! Come si fa ad avere una tessitura simile!
    S Borgani J Pearl Silver, Bari Dakota 68
    Sc Rampone R1j curvo Rame Bari 68
    A Borgani J Silver, Dukoff D7 Lakey 4*4
    T Borgani J Pearl Silver, Drake NY J 8* Rousseau 8* JJHR 8*
    B MG Unlacquered Silverneck, Drake 120
    Akai Ewi 5000

  3. #3

    Re: mombu

    Forse liberandosi la testa da schemi preconcetti e da formati "considerati giusti", perchè la musica è infinita i "generi" lo sono.
    energia, modestia e creatività

  4. #4

    Re: mombu

    urca,spaccano i culi per largo!
    Peccato il suono dei tamburi della batteria,non mi piace molto,avrei optato diversamente...
    Sax And The City Blog
    Music,Jazz,Nightlife

    B&S Vintage sn. 4258 tenor sax
    Jody Jazz HR 7* - Francois Louis Ultimate - Vandoren V16 3.5

    Yamaha YAS 275 alto sax/Lawton Metal 6/Vand.4

    Gibson mat. 31510106 Trumpet Bb
    Bach 7c

  5. #5

    Re: mombu

    "Per osservare ciò che le cose sono, la mente deve essere libera da paragoni, dagli ideali e dagli opposti.
    Allora si può vedere ciò che realmente è: di gran lunga piu' importante di ciò che dovrebbe essere".

    Non essendo particolarmente saggio, nè in grado di applicare sempre o in parte l'insegnamento sopra enunciato, posso solo dire che ciò che trovo stimolante in tale stile, sono le ritmiche "a geometria variabile" e quando questo incedere si associa ad intuizioni timbriche e/o melodiche in cui è difficile stabilire ciò che in qualche modo è predeterminato (in seguito a perfezionamenti performativi reiterati: la configurazione del brano si perfeziona suonandolo piu' volte) e ciò che è improvvisato "ex novo", si sviluppa un'alchimia interessante con un "impatto chock" che ha una sua potenza comunicativa.

    Il limite di tale "poetica", a mio avviso, è quando diventa pura ed estrema manifestazione energetica ovvero quando l'energia è manifestata nella sua virulenza o immediatezza espressiva, senza essere guidata da una "volontà strutturante" sia pure in modo provvisorio ed intuitivo, nel corso dell'improvvisazione: comprendo la potenza liberatoria di energie represse o inconscie, che una tale "pratica" ha su chi è coinvolto nella performance (ovvero chi suona)...un po' meno per chi ascolta...

    Nell' "equilibrio direzionante" dell'energia, è evidente, secondo me, la potenza espressiva di tale stile e la capacità di sorprendere l'ascoltatore.
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  6. #6

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