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Discussione: Raffaele Mirabelli metodi per sax

  1. #1

    Raffaele Mirabelli metodi per sax

    Ciao guys, leggevo per caso un po' di cose di questo sassofonista che mi ha aggiunto su Facebook. Guardando il suo sito, mi imbatto in questi suoi nuovi metodi.
    Premesso che non conosco assolutamente Raffaele Mirabelli, che non ho alcuna intenzione di far pubblicità o di denigrare ciò che dice, mi piacerebbe capirne di più e leggere le vostre opinioni.

    In particolare voglio capire cosa ne pensate di ciò che dice nella home del sito a proposito dei sovracuti:

    http://www.raffaelemirabelli.it

  2. #2
    se il presupposto dell'articolo è inesatto le conclusioni sono "poco convincenti".
    come si producono gli armonici?
    o meglio quale è la tecnica corretta per produrre gli armonici?
    e cosa più importante a cosa serve lo studio degli armonici?

    l'errore è ritenere che per produrre i suoni armonici di una nota fondamentale si debba lavorare con il labbro.
    labbro è morso sono esattamente il nemico numero 1 e 2 dello studio degli armonici.

    e lo stesso succede per la produzione di suoni sovracuti.
    se sono prodotti con labbro e morso modificano il suono in relazione alla omogeneità rendendolo "mancante" .


    la tecnica dello studio del sax si è evoluto dagli anni50 ad i nostri giorni e tutto quello che veniva insegnato allora da alcuni (soprattuto in relazione al lavoro del labbro e della stretta ) oggi è considerato assolutamente controproducente e nocivo.

    oggi si impara a disimpegnare labbro e stretta a beneficio del suono.

    Il principio è esattamente il contrario di questo dell'articolo.
    se si padroneggia il suono e si è in grado di gestire l'apparato della laringe e diaframmatico respiratprio si è in grado di produrre tutti i suoni della quarta ottava prescindendo proprio da qualsiasi posizione.

    lo studio con il solo bocchino , lo studio degli armonici sulle note fondamentali, lo studio del collo del sax, lo studio con e senza portavoce.
    ed infine lo studio che ti porta a cambiare diteggiatura mantenendo lo stesso suono hanno tutti lo stesso presupposto.

    tra i musicisti che gestiscono con facilità disarmante e con omogeneità di corpo volume timbro intonazione la quarta ottava del sax ed oltre mi viene in mente Seamus Blake.

    ma oggi sono davvero tantissimi
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #3
    Quello che scrive Mirabelli nella pagina non è niente di più niente di meno di quello che ti insegnano in conservatorio.

    Qua sul forum si fa tanto parlare del Rascher Top Tones come testo cardine per lo studio del registro sovravuto (in realtà lo studio di quel libro porta anche ad altri vantaggi... e non nemmeno il libro più aggiornato di quel tipo) ma nel mondo reale... in un conservatorio classico, i sovracuti li studi con l'approccio di Mirabelli.
    Il docente ti da una serie di posizione e poi tu in qualche modo (... studiando, facendo pratica) devi fare uscire i sovracuti.

    La difficoltà nell'uso pratico (una volta capito come farli uscire...) sono poi le diteggiature da usare... rapportate ai vari passaggi possibili (argomento non trattato da Rascher... ma da Luckey si).


    Qual è la differenza?
    A livello quantitativo, non c'è differenza... le diteggiature possibili sono quelle. Ognuno se le studia, le prova sul campo e sul proprio strumento ognuno si cerca le posizioni che funzionano meglio per:
    1) facilità della diteggiatura
    2) voicing della nota: contrariamente al registro "normale", sui sovracuti hai posizioni diverse per la stessa nota che non funzionano allo stesso modo e poi su strumenti diversi funzionano diversamente
    3) intonazione della nota

    A livello fisico o qualitativo... studiare gli armonici significa che tu modificando il tuo modo di suonare (portata, pressione... e in parte anche imboccatura... e ciò che succede nell'apparato oro-faringeo) riesci a moltiplicare di numero intero la frequenza fondamentale della nota relativa alla diteggiatura.
    E questo avviene con un serie armonica, che in sostanza è (come tendenza) "logaritmica": ma mano che gli armonici vanno su diventano sempre più vicini (su qualsiasi strumento: sassofono, tromba, trombone... chitarra, basso... corno francese).
    Altra cosa gli armonici (per ragioni fisich) non sono perfettamente convergenti... quindi gli esercizi proposti da Rascher ti servono anche per l'intonazione (non solo sui sovracuti!): l'orecchio assoluto o ce l'hai o non ce l'hai, ma l'orecchio relativo quello lo puoi acquisire... e come impari a riconoscere gli intervalli, impari anche a sentire se sei intonato (prima o dopo).

    In tutto questo casino come si intrecciano le due filosofie americana/Rascher/Nash/Luckey vs. scuola francese/italiana/Mirabelli?
    E niente... le diteggiature servono a isolare dalla nota che ottieni con gli esercizi degli armonici da quello che è il sovracuto reale.


    ---------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Esempio: G sovracuto sul sax tenore.
    Usi la solita posizione: portavoce.. F acuto frontale (che chiude anche il B centrale) e poi apri la chiave Ta (che alza di un semitono A fino a A#... = Bb).
    Se tutto va bene esce un G sovracuto.

    Cosa succede fisicamente?
    Tu in pratica suoni un B e aggiungendo portavoce, F acuto frontale e Ta... da quel B fai uscire il terzo suono armonico isolando il più possibile gli altri armonici ("armonici" inteso come frequenze multiple della fondamentale) dalla frequenza fondamentale della nota target: nota di partenza = B, nota target = G sovracuto.


    Si ok... ma stiamo parlando di G non di F# come terzo suono armonico di una serie che parte da B... La serie sarebbe la stessa B B F# B D#....
    Le chiavi che apri, aggiungedole a quella che "primitivamente" era un B... servono proprio per far cresce quel F# tanto da farlo diventare un G. ;)

    Qual è la complicazione teorica (e non solo teorica)?
    Che i suoni sovracuti non sono sempre il 3° armonico "crescente" (o calante) di una nota che c'è sotto...
    Esempio: il G# sovracuto. Posizione: portavoce 1 3 4 e T... non assomiglia a un F... G# lo pensi come Ab... Ab lo pensi come "A molto molto calante" e A è un quinto suono armonica partendo da F: F F C F A. La diteggiatura permette di avere quel A tanto calante da diventare un Ab (= G#).



    Ma bisogna ricordarsi un attimo la fisica... tu sto esercizio lo fai e funziona partendo dalle note più basse. Esempio: Bb (basso), Bb, F Bb, D...
    Acusticamente questa sul sassofono funziona solo partendo dalle note più basse... infatti questo esercizio se riesci a farlo con Bb, B, C, C#... massimo D sei già bravo.
    Acusticamente...


    (Nota didascalica... Luckey propone pure esercizi che si chiamano "overblowing the 6ths" per note oltre C# acuto... che coincidenze, eh!?!?!?)


    Fisicamente la stessa serie (visto che lo strumento è conico...) dell'esercizio è possibile partendo anche da note più alte però non riesci a ottenere la stessa distribuzione degli armonici ("armonici" inteso come frequenze multiple della fondamentale) (anzi se non stati attento sono "fischi") che hai quando parti "dal basso", "perdi pezzi per strada"...
    Da qui in poi con l'aiuto di diteggiature specifiche (quelle solite)... puoi perdere ulteriori per strada fino a riuscire a ottenere una distribuzione di armonici che assomigli non solo vagamente a quella di una nota "normale" e quindi ottieni il sovracuto.


    Quindi qual è la differenza tre la due filosofie?
    Quella dei conservatori ti porta a imparare le note...
    Quella Rascher/Luckey nel farti impare a far uscire le note, ti porta automaticamente (se segui il percorso correttamente) a fare uscire le note "piene" e omogenee, rispetto al resto delle note dello strumento.


    Invenzione dell'acqua calda?


    Attenzione: questi che ho enunciato sono i fondamenti del funzionamento fisico dei sovracuti esposti in maniera un po' "spaghetti western".

    In un libro che parla di registro sovracuto:
    1) non mi aspetto che si parli di fisica dello strumento
    2) mi aspetto di trovare una serie di diteggiature utili (magari nuove... magari ancora "popolari" o "di dominio pubblico").
    3) mi aspetto (come nel Luckey) di trovare sia esercizi sulla produzione delle note sia sull'uso di quelle note nella vita reale (passaggi e fraseggi): queste ultime cose non ci sono sul Rascher.
    4) mi aspetto che il focus della pubblicazione sia sul come utilizzare le note e interiorizzarle anche a livello psicoacustico: avete presente quando non avete mai suonato il soprano e le prime ore che lo suonate l'intonazione del registro alto è praticamente ingestibile perchè manca l'abitudine all'ascolto di quel registro (... e ci credo non un alto e non è nemmeno un baritono).

  4. #4
    dal mio punto di vista un approccio che presuppone l'esclusione dello studio degli armonici per studiare i suoni sovracuti è anacronistico e presenta una serie di rischi per il sassofonista. (condannato al compromesso per ciò che riguarda il suono nel suo complesso)
    non ho esperienza di conservatorio ma spero in Italia quantomeno lo studio del Rasher sia considerato presupposto per suonare il sax (non dico i sovracuti ) ma proprio il sassofono nel suo registro ordinario.
    posso portare la mia esperienza di studio :
    ciò che rileva nello studio del sax è la capacità di individuare quanto siamo in grado di suonare le note del sax in maniera omogenea.
    si parte da un intervallo vicino mezzo tono e via via quando la tecnica te lo consente si arriva a gestire una terza una quinta una ottava 2 3 4 ecc..
    i sovracuti per collocazione si trovano ad una estremità dello strumento quella alta.
    il principio è semplice :
    ha poco senso pensare di suonare quella parte di registro (che si trova ad una estremità 4a ottava ) quando il sassofonista non è in grado di controllare la prima ottava in relazione alla omogeneità del corpo del suono del volume della intonazione del timbro.

    corollario di questo principio è che la tecnica di un sassofonista la riesci ad inquadrare da come riesce a suonare una singola nota anche solo del registro centrale (o un singolo intervallo anche di mezzo tono).
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

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